segue il  Giornale di Ottavia Negri Velo

 

Trascrizione di Mirto Sardo

[con aggiunta delle date esatte tra parentesi quadre]

 

 

1799

 

Gennaro 1799  [manca la numerazione del giorno]

Questa notte seguì l’incendio del Palazzo del fu Podestà. Varie furono le opinioni. Li condannati, le carte dei processi, e dei conti della passata Democrazia furono gli argomenti, su cui aggirarono i sospetti. Molti però lo vollero accidentale. I soldati batterono la Generale, rubbarono assai e ruppero più del bisogno. Gli abitanti non si mossero per tema della generosità del bastone. In 15 giorni si ha veduto due grandi incendj. Ancor questo oltre la contaminazione che porta in se non fa viver tranquilli anche per  altri riflessi. I  Patrioti risero al solito delle disgrazie, tanto più che rovinò le camere dei Deputati, su di cui si divertirono con molte amare istoriette. Finalmente dopo molto mistero viene annunziata la morte del Principe d’Orange, chi lo crede per veleno, chi per le ferite aperte, chi per lo strappazzo nel riveder le Truppe. Molti anderanno a veder i funerali a Padova. Gli Uffiziali par che godano di questa disgrazia per esser egli Olandese e rigoroso. Tutto va male, non si comprende più in qual mondo siamo. 

Gran freddo. Le nuove d’Italia sono agghiacciate, ma io temo che si riscalderanno in breve, e sempre fatalmente per noi, ad onta che si vada raddolcindo la pillola con la fantasia.

 

10  [gennaro 1799]

Oggi con tutta la formalità il Comandante della Piazza Obes condusse in arresto a S. Biagio il Francese M.r Vincent celebre ritrattista: molte se ne dicono, ma niente si sa. Si ha veduto molti amici, e patriotti di esso a conturbarsi: niun Francese gira senza perché, almeno sarà sempre sospetto.

Si parla assai di guerra, e anche di pace.

Tutta la notte passa gran cariaggi, e della Truppa verso Verona.

Chi vuol vincitore il Re di Napoli, chi i Francesi. Vi sono notizie vantaggiose per ambedue i partiti, ma le date si contraddicono in ciascheduno. Gran scena oscura, e molto dolorosa per i spettatori, che temono di diventare attori colle proprie sostanze, e tormento di vita.

Il Paese non può star allegro, e non sa star melanconico. Si sforza le carte a forza d’inconsideratezza, e di apatia.

Kray rappresenta a Padova come Generalissimo fino alla scielta.

 

11  [gennaro 1799]

Si va facendo degli arresti, chi dice per lettere, chi per i complotti, il fatto è ch’è comunemente disseminato che gl’incendj, il veleno per cui si crede morto Orange, un Generale a Verona, e ammalati due Colonelli a Padova sien procurati  Dio ci liberi d’immaginarlo

Il Paese è consolato per il Decreto che l’Imperatore pagherà tutte le spese di caserme, e altro, e si dice che si sarà in seguito più felici che sotto i Veneziani. Aspettiamo per così poco di dir anche questo. Si pagherà in cedule, essendo la Stamperia in casa.

Sempreppiù si rende tenebrosa ogni cosa; il sopradetto Decreto suppone è vero che l’Imperatore faccia conto di noi, ma l’arrivo di Truppe, il rigor de’ passaporti fa temer la guerra, anche il bisogno d’arresti è sempre stato un foriere fatale.

 

13  [gennaro 1799]

In questo punto si sente che gli Ussari e i Dragoni hanno avuto la marcia per i 17 del corrente. Questo pone in gran agitazione, mentre indica più la guerra che altro. Si dice ch’è solo pensiero di Kray sentendo che si aumenta sui confini i Francesi, ma ciò non sodisfa. Fu egli quì per momenti per conferire col Generale Morcin.

 

18  [gennaro 1799]

Ieri sono partiti gli Ussari quasi tutti piangenti di lasciar Vicenza, e soprattutto in pena e della guerra, e del loro destino, non vedendo mai fine a nulla, e dimostrandosene molto stanchi. Si gira in conseguenza tutta la truppa dei paesi, e dei Villaggi, e ancor questo incommoda a essi e a noi.

Le nuove d’oggi sono che i Francesi sono nel Regno di Napoli, e che la famiglia Reale s’è ritirata a Palermo. I vantaggi Francesi sempre si confermano. Ai nostri confini si dice che i Francesi non son molti, ma si teme al solito di tutto. Gran caos! speriamo nel Cielo un felice scioglimento, mentre in terra non si sa prevvederlo.

 

19  [gennaro 1799]

Si fece funzione in Duomo e festività a S. Stefano per le scene del cerimoniale dei Deputati col Vescovo per l’anniversario dell’arrivo dei Tedeschi. Ma da ambe le parti non vi fu il menomo concorso.

Sua Maestà paga tutti i suoi debiti in carta, e comanda di pagare i ministri che la servono. Quando si ristaura la Casa si spera bene dal proprietario: questa è l’unica lusinga.

Non si sà niente: queste statue Tedesche marciano, e vengono, e non sanno che piangere, e ballare.

Vi fu gran ballo nel Palazzo Caldogno, dove la Contessa Clari e la Generala Morcin si distinsero.

 

31  Gennaro 1799

Si fa continui balli, e conversazioni al Casino [dei Nobili], dove v’intervengono con passione i Tedeschi, ma non si sa mai nulla delle cose rilevanti che interessano.

Dell’Egitto ora tutto è morto, ora tutto trionfante, e niente di certo  ancora si sà in tal proposito. Qual meraviglia quando di Napoli stesso ch’è così poco distante non se ne sa mai una di precisa. Si teme però il destino ordinario di questa guerra ancor per esso.

Tutto è in giubilo per l’elezione del Pesaro alla reggenza di questi Stati. Ma come è solo esso che scrive di esser fatto alla felicità di questi Veneti Paesi, e che verrebbe ai 26 del corrente e niun altro ne parla, ed esso non comparve, così si teme ancor di questo. Doveva venir Tougut, poi Ghisilieri; vedremo quando verrà il Pesaro. Intanto l’Imperatore paga i salariati e i debiti incontrati. Per la Guerra ora si crede imminente, ora si dice la pace.

 

 

 

 

 

________________________________________________________________

10  [febraro 1799]

Oggi partono i  Granatieri, ciò fa spezie, ma assicurano che non vanno che a completare i loro Reggimenti.

Le nuove di Napoli son desolanti per l’insurrezione de’ partiti, ed è già democratizzato. Quello che debba succedere dell’Italia tutto lo fa presentire, ma si spera sempre di veder succedere quello che non si crede.

Il Procurator Pesaro è poi arrivato a Venezia in figura di Commissario straordinario. Ha fatto un Asiatico manifesto, ch’è stato accolto con acclamazione e gioia.

Siamo infestati dai ladri, ma si spera che nel Pesaro vi sia tutti i rimedj, e plenipotenze.

Kray è a Padova Generalissimo, e Morcin si porta bene costì.

Oggi commedia ad onta della Quaresima. Il Carnovale è stato notturno, e di bastante umore.

 

28  [febraro 1799]

Fra i dubbi e le incertezze finalmente si dice che tutto Napoli è in potere dei Francesi. La prima notizia a favor di essi è sempre stata vera, ma vi vuol un mese per persuaderla a tutti. Le altre si trovano sempre false il giorno appresso, e si vive intanto fra le angustie di tutto, e pieni di timore della guerra.

 

________________________________________________________________

10  [marzo 1799]

Il Pesaro ha i suoi contrarj ed invidiosi, ha però chi fa valere le sue buone intenzioni, e si spera di risorgere. Serve egli coi suoi aiutanti Priuli, Diedo, Contarini, Manini senza qualsisia provento. Gran regione di Stato. Vedremo se il Mosaico  Veneto-Austriaco riuscirà.

Si sente molti rigori in materia d’opinioni,  vengono arrestati diversi in ogni parte e molti vengono banditi mandando loro il passaporto coll’itinerario del viaggio.

Oggi si parla  di  guerra, ma decisamente. Dio ce la mandi buona perch’io non conosco altro appoggio.

 

11  [marzo 1799]

Oggi la Truppa ha avuto l’ordine di partire da un momento all’altro, sicché tutto è in pien movimento. Sulla sera è venuto un contrordine; non si sa se per sospender o attender la marcia delle altre Truppe. Gli Uffiziali dimostrano un pessimo umore. Tanti anni di guerra sempre disgraziata non conforta nissuno.

Chi dice guerra, chi preparativi, chi esecuzione di trattati, solite bazzecole  per far animo alle truppe.

Si vuol anche Malta in poter degl’Inglesi.

 

12  [marzo 1799]

Si sta sull’incerto del momento della partenza delle truppe, ma v’è tutto il movimento. Il mal umore e le cere cattive si osservano nell’uffizialità; il partire dopo 4 mesi da una buona stazione, e passare a una guerra di tal natura non è per essi un affare indifferente.

S’attende il creato Generalissimo Melas a Padova. Si dice che Massena s’abbia avvicinato ai Grigioni, e che i Francesi abbiano passato in 10 mille il Reno, e i Tedeschi il Leck.

Si parla d’insurrezioni in Piemonte, a Napoli, Romagna, nel Belgio, e che nemmen Parigi sia tranquillo. Soliti avant-propos della Guerra. Sempre si ha dei vantaggi, dove non si si ritrova per animar i soldati e i Paesi.

 

13  [marzo 1799]

Partono le mogli e la Donne degli Uffiziali: gran pianti per questo, e per la guerra: gran flagello in ogni senso. Il coraggio non è il partaggio di tutti, e si vedono gli eroi che cosa sono.

In mezzo a tanti seri riflessi è giunto un cariaggio di caschetti alla Greca, che i piangenti soldati incalzano in testa. C’è un furore di truppa.

La Città e il Territorio ne son ripieni. Dicono che fra tre  giorni si sentirà il Cannone. Oh che orrore, di cui non avevamo l’idea!

Oggi si vocifera che possa venir il Principe di Cooburg a comandar la mostra armata: egli è soprannominato il Fortunato: mi sembra impossibile che sia destinato questo buon augurio all’infelice Italia.

 

14  [marzo 1799]

Questa matttina è partito il Reggimento  Julai d’infanteria, che ha dimorato quì per quasi 14  Mesi, erano in 3000, bella gente, ben montata, ma che non inspira fiducia. Essi si espressero un solo Dio, una sola Vicenza: furono a ringraziare i Deputati dell’ospitalità Vicentina: andarono verso Verona, niente si traspira, ma si teme di tutto.

 

17  [[marzo 1799]]

Più non si parla di movimenti, mentre Melas s’attende: esso viaggia comodamente coi suoi cavalli. A Vienna si suol chiamarlo il Generale Mais-Helas.

Sono partiti i nostri Reggimenti Lobkovich, e Julai, e son venuti quelli  di Mitrovski, Scherer, e Iordis.

Il garrulo Generale Teller mi disse che se avessimo l’Arciduca Carlo al comando si contenta di esser appiccato se la vittoria non fosse per gli Austriaci, ma che Melas ha un sommo talento in un corpo di 75 anni. Disse ancora che si doveva progredire repentinamente a Peschiera, ma che i ritardi sono fatali, e la riunione dei Francesi ai confini sollecita più di quello che si crede. Il terreno dell’Italia non è fatto per far giocar la Cavalleria ch’è il nerbo degli Austriaci; che al contrario al Reno con dei buoni Generali è difficile uno scacco. Fece con ciò l’enumerazione dei Generali Austriaci e di niuno parlò bene, e scoperse il difetto dell’armata Tedesca d’ingelosirsi e di sospettar tutto senza il talento di cavarne un buon partito. Esagerò gl’Inglesi fatali per l’Italia, mentre s’essi avessero concertatamente assistito gli Austriaci sarebbe stato impossibile l’ingresso dei Francesi in essa. Disse male della Prussia, sul stil Tedesco, e crede ch’essa continui la sua Neutralità; parlò con gelosia della coalizione coi Russi, e suppone in quell’impero una sovversione che porti l’effetto della proclamazione della Czara madre.

Si sparge che il nostro Generale Kray avendo sentito la promozione di Bellegarde nei Grigioni, e di Hotze nella Svizzera essendo a lui inferiori di grado, abbia per tal torto dimandata la sua dimissione, e che i suoi nemici del gabinetto gliela ha fatta ottenere.  Ecco un Generale di meno, la di cui probità, e valore sembrano palesi. La Fatalità segue a spiegarsi in ogni conto.

Quando osservo la pacatezza, la noja, e il disgusto nella maggior parte degli Uffiziali, tutti chi più chi meno danneggiati, o trascurati, o malintenzionati, e che si vanta che un Colonello sarà sempre Generale anche a costo che l’età e i talenti non corrispondessero, io quasi li manderei tutti al Diavolo, anche in politica, e comincierei dal far Generale i caporali, sicura che cominciando da essi ci sarebbe almeno una lotta. La maggior parte di questi  Nobili militari sono cadetti nelle loro famiglie: il mio Primogenito fratello, diceva il Conte di Harrac, ha 30 mille fiorini di rendita, una Fasanara immensa, e s’io voglio un Fagiano conviene ch’io lo comperi: se i Francesi vengono in Germania il tutto sarà diviso fra noi. Ecco la fallacia che illude ancora le menti umane: a ciò si aggiunge i puntigli, le gelosie, e si manda a spasso l’interesse del proprio onore, del proprio paese, del Sovrano, e di quello di tutta l’Europa. Tali sono i sentimenti che con tutta evidenza si scorgono. Non si deve dunque più sorprendersi di nulla, quando i cardini principali vacillano, e quando un deciso destino fa temere a l’Europa tutta un naufragio politico, indipendentemente dalle forze, e dal residuo dei pochi buoni intenzionati ch’esistono.

 

21  [marzo 1799]

Kray ha ricercata, ma non ottenuta la sua dimissione: A Venezia  si fanno molti arresti di persone.

Il Pesaro non istà bene, e ciò interrompe le sue eccessive fatiche.

Quì siamo all’oscuro di tutto. Si va sentindo dei vantaggi [degli Imperiali] nei Grigioni, ma del Reno non se ne parla, onde si teme. Abbiamo i Generali Morcin, Teller, e Hoenzoller.

Melas non arriva mai. Molti Uffiziali ch’è meglio anche se la Guerra cominciasse che non vi fosse. Bella scielta!

Gli affari interni del Governo sono più imbrogliati che mai anche fra gli Uffici: tra la Guerra imminente, l’imbarazzo delle idee, la difficoltà della lingua, e la  quantità delle cose non si finisce mai nulla.  Girano molte cedule false.

 

24  [marzo 1799]

Oggi fu una gran giornata di angustia, mentre correndo il giorno di Pasqua, si combinò alla meglio il cerimoniale del Vescovo coi Deputati, e v’intervennero tutti i Generali, e lo Stato Maggiore. Alla metà della funzione giunse in Duomo un espresso per cui tutta l’Uffizialità discese precipitosamente dalla scalinata, e partì dalla Chiesa lasciandola totalmente priva di rappresentanza militare. Gran disordine in una guerra di opinioni. La Polizia prevedendo i disordini, mentre le stesse Caserme, e Magazzini cominciavano ad esser derubati dai pochi invalidi Soldati rimasti mise in attività la Sbirraglia, la quale fiera del suo incarico si diportò molto più bene delle due grandi Nazioni che ci hanno presidiato da più di due anni. Si può immaginarsi la combustione universale: si videro nel Duomo stesso i Patriotti trionfanti: si sparse che i Francesi erano vittoriosi nella Svizzera, e che le Truppe Austriache andavano al Tirolo e a Verona per salvar il possibile se c’è tempo. Hoenzoller disse a viceversa che Bellegarde ha fatto una grande azione nella Svizzera, che l’ordine era di attaccare, ed esso giubilava tenendosi con questo in pugno la vittoria. Questo focoso Principe partì trionfante. Gli altri piangenti. Noi intanto siam quì come tante statue, e si si lusinga per vivere, pur troppo l’esperienza non collima a farci molto sperare.

 

25  [marzo 1799]

Questa notte siamo stati tranquillissimi. Niente si sà. Il quartier generale è a Legnago. Kray per necessità è Comandante in capite.

Si dice per tranquillizzare che c’è, o che arriva presidio, ma veramente questo spoglio totale di Soldatesca fa spezie, e fa veder la scarsezza, e credere che le truppe di Bassano, e di Canal di Brenta si sieno rivolte a guardar il Titolo da un’invasione. Ma già tutto è nella massima oscurità. Alcune disperate mogli Morcin, Warteslau, attendevano notizie, ma nissuna ha ricevuto lettere, solo il Maggior Beccar ha rimandati i suoi bagagli: ciò farebbe spezie in una truppa che non fosse Tedesca. Essi son soliti a permetter simili confusioni.

 

26  [marzo 1799]

Questa mattina siamo innondati di pessime nuove. Si dice che i Francesi abbiano battuto gli Austriaci nei Grigioni, e che adesso sono per invader improvvisamente Verona, e che molti Veronesi al solito prendano la fuga. Ciò non si sa che per accidente.

Si attende Melas che per essere sfortunato si chiama mais helas! a Vienna corre una satira. Où sont les Francois? il sont autour du Trône.

Sulla sera giunge notizia che  Kray è alla testa delle truppe, che gli Austriaci sono animatissimi, e che vanno respingendo i Francesi di qualche miglia. Hanno tagliato a pezzi i Polacchi, e tutti i Cisalpini si rendono. Rimangono i Francesi, e le Piazze. Si teme di tutto, e si angustia assai con tali vicinanze. Son giunti pochissimi fugiaschi Veronesi, mentre si proibì l’uscita.

Niente si sa del Tirolo, solo si è sorpresi di non veder giungere un corpo di riserva, o che non si può, o che non si sà far la guerra.

Si vuole che l’Uffiziale alla Providanda abbia avuto ordine di sospender i viveri, mentre gli Austriaci ne trovano in Cisalpina. I Fieni e le Boarie si profondono.

Si mandò gli Ospitali a Padova per dar luogo ai feriti, e prigionieri.

Prova del nostro ottimo Governo e della sua educazione il non aver mai lasciato in alcuna delle nostre Città niun presidio, e che non sia succeduto mai alcun disordine.

 

27  [marzo 1799]

Questa mattina giunge una quantità di feriti, e particolarmente dell’Uffizialità contro il loro ordinario, e molti di  più se ne dicono. Essi riferiscono che il combattimento fu accanito e che si spinse e respinse i Francesi, ma non si ha guadagnato che poco terreno. Si vuol però tutto in buon aspetto. Verona è piena di combustione e di speranza, mentre l’affare è sulle sue porte e merita gran riflesso.

Questa sera si  seppe che l’attacco s’incominciò sotto Verona a S. Lucia improvvisamente dai Francesi: i Tedeschi  furono al Teatro, e due ore dopo la mezzanotte batterono la Generala per il campo; vi andarono coraggiosi contenti di aver Kray Comandante in capite. Vi fu un vivo combattimento, e molti morti e feriti d’ambe le parti. Ma tutti si trovano nelle primarie loro posizioni. Il nostro Reggimento Julai sofferse moltissimo. Il Maggior Beccar ferito in una mano per primo saluto, ed incamminato per Vicenza, incontrò a Villanova Kray alla testa della Truppa vittoriosa compiutamente a Legnago, il quale si avviava a Verona, salutando cortesemente i suoi Vicentini. Si vuol Laudon verso il Bresciano colle Valli sollevate in massa, ma questo Generale agisce sempre chimericamente. Del Tirolo poi si sparge delle nuove fortissime delle vittorie di Massena, e che si trovi nei Grigioni.

Infine da un tal complesso non si rileva  le cose disperate, ma nemmeno sommamente consolanti. Non si vede a venir nuova Truppa, e si sente con pena che quella di Legnago stanca dalle fatiche vadi in rinforzo a Verona. Si dice in marcia i Russi, e anche dei Tedeschi, ma sarebbe utile che fossero quì  per mandar sempre Truppa fresca in rinforzo. I ritardi sono fatali, non sarebbero perdonabili che nel caso d’esser esausti.

Il nostro Paese è tranquillo, e molto conforta il veder i Veronesi a rimaner alle loro case. Ma io temo di tutto, mentre l’esperienza, la fatalità, la poco buona fortuna dell’Italia, e le risorse  Francesi mi spaventano.

Sono arrivati 300 prigionieri tutti Francesi; alcuni di questi si diressero a dirittura alle case dei loro albergatori antichi, col solito impasto delle loro maniere: i soldati Francesi semplici stettero tutti fuori della Porta del Castello; ma essendo noi senza Truppa si temeva, ma non successe alcun disordine. Gran giornate penose! non si sà come la faccenda andrà al fin del conto a terminare.

Nulla è successo dopo la battaglia del 26. A Verona tutto è quasi nelle primarie posizioni, solo si vocifera che i Francesi dopo la  sconfitta di Legnago si sieno ritirati verso Villafranca, ma niente si sà mai di preciso; non v’è né punto di appoggio per saperlo, né nissun Uffiziale s’imbarazza di scriverlo.

 

29  [marzo 1799]

È morto il giorno 26 il Cavalier Francesco Pesaro, il qual forma una perdita per Venezia.

Si sa  adesso che i Francesi volevano sorprender Verona, e Legnago antecipando l’arrivo dei Russi. I Tedeschi aspettavano al solito i tardigradi ordini da Vienna, e il Generalissimo, e non avevano che pochi picchetti a S. Lucia, i quali sorpresi dai Francesi furono distrutti, ma diedero il segnale dell’attacco. Sortirono però da Verona quantunque tutti gli Uffiziali o al Teatro o a letto, e fecero i Tedeschi una vigorosa resistenza.

A Legnago i Francesi improvvisamente vennero a domandare la resa, termine cinque minuti, ma il valente Kray rispose che aveva ordine di difendersi, e che lo poteva: vennero i Francesi, allora i Cannoni a mitraglia li salutarono, e la cavalleria Tedesca riportò una compiuta vittoria.

Adesso i Francesi si sono ritirati da tutte le loro posizioni per lo spazio di 10. miglia. Si vuol disceso, e mai discenduto il General Laudon.

Si vuol che nel Tirolo sieno succeduti dei fatti vantaggiosi, altri vogliono il contrario. Esso è per noi un punto centrico decisivo.

Si sparge che a Ferrara sieno entrati gli Austriaci.

Passa tutti i giorni 300,  800, soldati  di Cavalleria, e si vocifera che i Russi marciano rapidamente verso l’Italia.

Oh Dio quanti spettacoli immensi si  presentano al più pacifico e felice popolo del mondo ch’era quello del nostro Stato Veneto. Appena ancora si sà proferire i termini dell’arte militare, la di cui ottima ignoranza lo fece prosperare.

Qual destino ci sia preparato il Cielo lo sà; noi viviamo male in grazia d’una fatale esperienza: vediamo di essere nella più terribile posizione  geografica; che si combatte sul nostro da due immense Potenze: la francese con tutti i vantaggi dell’arte e della fortuna, l’Imperiale con quella della forza, e dell’ostinazione. Tutte le Potenze coalizzate per il loro interesse col nome della buona causa. Qual lotta! qual vasto campo di riflessione! qual caos! qual angustia!

 

30  [marzo 1799]

Arrivano gran feriti: passa continuamente della cavalleria diretta a Verona, e si dice che i Francesi avendo abbandonato per qualche miglia le loro posizioni, vadano gli Austriaci con tre colonne a cimentarsi.

 

31  [marzo 1799]

Giunge la notizia della disfatta a Pol d’una colonna Francese comandata di Serurier, e che tutta la Divisione sia distrutta e dispersa. Si credono gli Austriaci a Peschiera.

Del Reno si racconta una gran vittoria riportata dall’Arciduca Carlo. Nei Grigioni dei vantaggi. Infine tutto pare che arrida agl’Imperiali. Contutto ciò fin che non si prende Piazze si trema sempre.

Kray fa prodigi, e l’armata è in sommo entusiasmo. I Francesi oppongono una gran difesa.

Ieri è passato di quì il famoso Prete Filippi, che comanda alla Valsabia, e si vuole commissionato dagli Austriaci per sollevar le valli. Se ne sente di tutti i colori, ma con più di moderazione, mentre tutti i partiti conoscono per esperienza, che non si è sempre i più forti. Le passate vicende documentano assai. Si è tranquilli, ma si smania di saper delle nuove tanto interessanti per noi.

Vengono alcuni  Veronesi, ma in pien quella Città spera molto.

Un prigioniero Francese dice che i Francesi si meravigliano molto della moderna armata Austriaca d’Italia.

La Casa Vicentini già Cisalpina atteso il Trattatto concessivo di Campo Formio rimaneva quì ragirando i proprj affari colle espressioni Democratiche della loro Cittadinanza altrove. Ieri giunse un Passaporto che li costringe termine tre giorni di effettuare in Cisalpina la loro andata. Si vuole un simile passaporto al Sig. Sebastiano Bologna di Schio, il quale ha sempre dei grandi affari costì in ottobre.

Quì peraltro tutto passa colla massima tranquillità.

Passarono per Vicenza tre Carrozze di arrestati Veronesi per opinioni politiche alla testa de’ quali il Sig. Giacomo Schioppo quasi ottuagenario, L’esser domenica, e l’ora del passeggio  fece che una gran quantità di popolo si  scatenò con imprecazioni contro di essi. La gente di giudizio disaprova tali scene, ma l’esecrazioni in tal proposito sono nel cuore del popolo.

Dio provvedi anche a questo: mentre la persecuzione è sempre odiosa anche nel bene, e non si deve coll’odio parziale, e la vendetta nel cuore lusingarsi che il cielo provvedi all’essenzialità d’un prospero evento. Il terrorismo in ogni partito è un flagello: i buoni politici devono saper trar dal Male il Bene, e lasciar al Governo la cura del resto.

Si sparge però che i Giacobini Veronesi seguivano in Carrozza l’armata Francese nel suo ingresso a Verona, che c’erano degli accordi e delle paparelle preparate: che a Milano nel foglio, e negli affissi di Bologna si propalava che i Francesi avevano preso per assalto Verona li 26 corrente. Tanto i Francesi come i Patriotti si tenevano questa sorpresa in pugno. Non si voleva nemmeno che l’Imperatore avesse un soldato, gran aberramento! il male solo è tutto per noi!

Si sente buone notizie da ogni canto dell’armata Austriaca; si son conservate con vantaggio le primarie posizioni, e v’è una poderosa armata da sostener ogni cosa, se si saprà andar a termine felicemente

In Marzo adunque in mezzo alle più salde lusinghe di Pace si spiegò improvvisamente la guerra: i Francesi attaccarono i primi, e furono da per tutto respinti. I buoni anelano la cessazione dei malori, e dell’angustia, e sperano che questa Guerra sigilli una Pace solida, decorosa e durevole.

 

 

 

________________________________________________________________

P.mo  [aprile 1799]

Gran mal umore ne’ Patriotti: i primi giorni che si temeva tutto essi brillavano, e si vedevano dapertutto, adesso essi si appartano, e non si parla che di campagna, e di solitudine. Sembra impossibile che degli uomini di ogni partito non sieno documentati dall’esperienza per divenire ognuno moderato e nelle vittorie e nelle perdite: mentre non v’è mai nulla di certo durante la guerra. Ma si è continuamente oppressi dal dilemma o che non esisterà più la Repubblica Francese perché verrà distrutta dalla coalizione o che non esisterà più Troni, perché si ridurrà il mondo una Republica universale. Quantunque questo sia un ragionamento motivato dalla cosa, gli accidenti umani devono far restar ognuno sospeso. Il fatto è che si mangiava una Pollastra, e che ora si mangia una rondine, e che ancora per mangiar questa si trova briga fra noi.

Viene e parte sempre della Cavalleria tutti i giorni. Si conta che le armate sono formidabili, e molto accanite. Pare che i Tedeschi sino a nuovo ordine stiano sulla difesa. Si vocifera una nuova vittoria al Reno dell’Arciduca Carlo. Si sostiene ancora che i Russi marciano, ma che ora non passeranno per quì. Chi li vuol fieri, chi mansueti: la loro natura è certam.e barbara, ma la loro venuta servirà di emulazione, e di rinforzo.

 

2  [aprile 1799]

Le nuove continuano bene, e si crede che gli Austriaci abbiano  passato il Mincio, e sieno sotto Peschiera.

Si vuol che la Prussia sia coalizzata e che abbia principiato ad agire verso l’Olanda. I Russi dopo la presa di Corfù si crede che passeranno ad agire in Romagna. Si crede Massena respinto nella Svizzera da Hotze.

L’Arciduca Carlo in vittoriosa attitudine al Reno.

Degl’Inglesi non se ne parla, e ciò sorprende: essi non vagheggiano che il loro interesse colla rovina universale.

Sembra che le Potenze abbiano preso un necessario riparo al nembo distruttore dei loro Troni.

Sono passati di quì 800 prigionieri Francesi, audaci, e brillanti al loro solito. Vedendo essi una moltitudine di gente a vederli come non credendo ai proprj occhi dissero: est ce qu’on a battu la génerale pour nous voir: nous allons à present à voir l’Hongrie ec. Ai 37 Uffiziali dispiacque di andar in Caserma, ma ciò si fece per ovviar ai disordini d’una guerra di opinione domani alle 7 proseguiranno il loro viaggio.

È passato il Parco d’Artiglieria d’assedio. Il nostro Campo Marzo rassembra spesso un Arsenale.

Qual campo di riflessione dopo tante perdite il vedere un’immensità di  forza in Uomini, e in  allestimenti militari; l’osservare in mezzo al maggior avvilimento dei successi non sperati dagli stessi uffiziali, ciò tiene del prodigio, e perciò la lusinga si aumenta. Per altro la certezza non è fatta, per questi tempi.

Sono venuti ieri da Verona 200 soldati con altrettanti cavalli feriti, ciò fece spezie per l’antica esperienza, ma questo è naturale alla circostanza.

 

3  [aprile 1799]

Sono arrivate notizie strepitose, ma troppo grandi per crederle. Si vuol acquistata Peschiera e quasi Mantova, quel ch’è certo è il Quartier Generale a Roverbella.

Dell’Arciduca Carlo si dice che ha battuto intieramente i Francesi, e ch’è rimasto morto sul campo Jourdan. In tali esagerazioni credo però degli avvantaggi. Del Tirolo non si sa mai nulla di preciso.

Si sostiene che la Toscana sia invasa dai Francesi, e che il Papa, e il Gran Duca sieno prigionieri. Si condanna che non sieno fuggiti. Gran catastrofe! Tutti i passi son chiusi, e non si fa che congetturare.

La nostra Città manda a Verona il Conte Porto per ottenere dei Soldati per la nostra Police, mentre siamo a discrezione delle Truppe di passaggio.

 

4  [aprile 1799]

Si fa preci publiche d’un concorso immenso, il Popolo dice che vi vanno sino i Giacobini. 

Niente si sa di Peschiera, ma si sostiene che tutto vada con ordine.

 

5  [aprile 1799]

Oggi si sentì il cannone, e si seppe sulla sera che vi fu una fierissima battaglia a Verona, in cui sulle prime i Tedeschi rincullarono, ma Hoenzoller con una sorpresa fece che si ripigliarono, ed ebbe una piena vittoria. I Patriotti fecero merende, e spedirono corrieri, ma rimasero storditi dell’esito.

Io non so come siano le cose, e temo di tutto, mentre sempre si fa cose grandi, ma ogni giorno è necessaria una battaglia; si avanza, ma mai decisamente: pare che tutto sia all’apice della fortuna, ma la fatalità d’una tal lotta fa tremare. La stagione è oltremodo piovosa: ancor questo è dannoso in se, e ancor di più stante la delicatezza in cui è la moda di far vivere il soldato, la qual certo non lo può render atto alle intemperie.

Si sparge che l’Arciduca Carlo abbia fugato i Francesi sino a Schiaffusa.

Si vuole che Laudon in Tirolo (punto di cui non si fa con sorpresa mai parola) sia stato battuto seriamente, e che si trovi a Bolzano, per essergli sostituito altro Generale. I Democratici s’ingegnano, prendono fiato, e si mostrano allegri. Gli Aristocratici sono inebriatissimi di vittorie.

Si dice arrivato il Gran Duca di Toscana colla sua famiglia a Padova, e che il Papa si attende a Rovigo, prova dell’invasione.

 

6  [aprile 1799]

Gran vittoria riportata jeri dagli Austriaci: 4 mille prigionieri, gran munizioni, e stendardi; ma la perdita d’uomini fu grande anche per essi, si sono però avanzati per 7 miglia. La battaglia fu distante 2 miglia da Verona, sulla prima i Tedeschi perdevano essendo sortiti di rinforzo 20 mille Francesi da Mantova, ma inaspettatamente Kray con 6 Battaglioni s’impadronì del centro, ed ottenne una vittoria decisiva. Arrivarono gran feriti con tempo pessimo.

I Democratici speravano assai sulla  vicinanza del cannone, e su Laudon battuto in Tirolo, ma ora si sa che ancor là i Francesi si son ritirati in conseguenza della vittoria  Austriaca fatta dal Principe Carlo sino a Schiaffusa. Ciò scrive il Generale Kray in questi termini: Non l’umana prudenza, ma la Divina Provvidenza ci fece etc.

Si aspetta i Russi, ma tardano assai: a me par sempre che manchi gente per proseguire la decisiva intrapresa.

 

7  [aprile 1799]

Arriva per staffetta alla Morcin che jeri si prese per assalto Peschiera. Dopo si seppe che fu un equivoco.

Si esagera continuamente le vittorie, ma io temo di tutto. Vedo che con tanto spargimento di sangue non si è arrivati che a Roverbella, e forse solo a Villafranca.

I Francesi disputano il terreno a palmo a palmo e fanno delle diversioni improvvise, che ci vuol tutto il valore degli Austriaci per renderle vane.

I Francesi si lagnano del loro Generale Scherer dicendo c’est un ivrogne. [ubriaco]

Arrivarono in ora di passeggio i prigionieri Francesi, e vidi 106 Uffiziali colla loro solita audacia, che li fa credere piuttosto vincitori che vinti. Tale è sempre il Francese, sia Emigrato, vittorioso, o prigioniero: il carattere nazionale non si cangia.  Il nostro Popolo concorse in folla sino a due miglia della Città per vederli; ma ci son ordini per la calma. Il Paese ora esagera, ora trema, ora insulta, il tutto però con qualche moderazione.

 

8  [aprile 1799]

Sono arrivati 1000 prigionieri, e 4 Uffiziali, che colla scusa del cambio vengono posti in Case particolari. I Tedeschi poco li custodiscono ma non possono fuggire atteso l’odio popolare. Essi vennero sui Carri, con divisa, e spendono al solito molto oro.

Peschiera non è presa, e si si consola col dire che questa è impresa da nulla. Ciò sarebbe vero se attesa la vittoria di Bellegarde, la colonna di Saint-Giulien fosse discesa, come dicesi, da Brescia, e potesse agir di concerto con Kray.

Si sente con dispiacere l’arrivo a Verona del generalissimo Melas, e si teme le nostre solite sfortune. Kray è troppo valoroso e fortunato per non lasciar luogo al timore cangiandolo. I Tedeschi par che non amino che i loro Generali vincano. Ora non si parla più dei Russi: gran tardanze fatali!

 

9  [aprile 1799]

L’arrivo di Melas non piacque ai Veronesi per il timore che la sua età non sia atta al Generalato, e perché amano Kray.

Si dice che gli Austriaci abbiano passato il Mincio

 

10  [aprile 1799]

Si sparge i Tedeschi arrivati ai 2 Castelli del Mantovano, e perciò intieramente libero il Territorio Veronese.

Si conta che a Governolo i Tedeschi hanno  predato 1000 Bovi, 4 millioni di L. Tornesi, Bombasine, Filacce, 18 mille fusili, ma più di tutto che sia tolta la comunicazione con Mantova.

Si vuol anche che sieno entrati in Ferrara. Io però non sò ancora tener le cose sicure, come tanti le credono.

Si ha ordinato 30: mille razioni per i Russi che passeranno ai 16.17.18.19 corrente. Oh che spettacolo per noi!

Resta in dubbio se Melas assuma il comando. Oggi il capo dei Birri ha arrestato il Prete, e il  Criminalista Fratelli Fusinieri, e tradotti nelle carceri, ma ciò senza pubblicità. Si conta che avevano carte, fucili, e cocarde Cisalpine. I Patriotti si smarrirono, ma più di tutto fremono delle vittorie Tedesche: essi spargono che Augerau verrà dalla Spagna con 80. mille Uomini, che Scherer sarà cambiato con Moreau, e altre simili dicerie.

Abbiamo gran prigionieri, ed  essi dicono: le anime dei nostri eroi morti sono passate nei porci dei Tedeschi.

Gran giornate pesanti! ma la quantità di cose che passa sotto i nostri occhi, e che si sente, non lasciano luogo a  una riflessione matura la quale si distrae nella molteplicità, e nel caos.

 

11  [aprile 1799]

Pare che da tutti i versi gli Austriaci trionfino, ma non si sente Piazze prese, e si perde molta gente, e non vien quei rinforzi che converrebbero.

I Francesi cambiano Generale perché sono perdenti, noi lo cambiamo perché tocca, e ciò rincresce per le fatali nostre esperienze.

A Verona si arrestano Giacobini, e si sparge che avevano progetti orribili, e desolatorj. I prigionieri non partono mai, e si teme delle comunicazioni, e delle Ladrerie. Si dice che non si vuole che incontrino i Russi. Si dice tolta ogni comunicazione della Romagna con Mantova. Si crede di sentire il cannone, ciò successe spesso, ma già i fatti lo comprovano.

Si vuol Ferrara in potere Austriaco.

 

14  [aprile 1799]

Improvvisamente si seppe ai 12 che i Russi venivano, ma nissuno voleva crederlo con tal sollecitudine. Non si può credere lo smarrimento, e le esagerazioni della barbarie Russa, ch’esprimono i Patriotti. Ier sera arrivò un distaccamento di Cavalleria, indi il celebre Generale Souvarow, che alloggiò dal Conte Orazio Porto e che partì questa mattina per Verona. Egli sembra un Spartano, un Maometto. Questa notte arrivò la nordica truppa. Abiti talari, barba, aste, Cavalli lunghi e snelli, e in complesso dei selvaggi bastantemente civilizzati, e bella gente, parlano l’Illirico, e molti il Tedesco e il francese. Son molto più svegliati dei Tedeschi, ed hanno un’aria più militare. Non hanno ordinato carni, perché fanno la Quaresima, bensì orzo, riso, ec. La loro superstizione è immensa. Credo che dopo un tal spettacolo non si debba più sorprenderci di nulla, ma temo che non sarà finita.

Si dice gli Austriaci passati il Mincio, e i Francesi ritirati a Bozzolo, ma in mezzo a tante vittorie non si sente che un poco di terreno guadagnato, ma niuna Piazza d’importanza. Dio prosperi di più l’avvenire, e ci riconduca quella calma impossibile a riaversi ai nostri occhi.

Gli Uffiziali Russi alloggieranno nelle Case, e si teme anche i soldati, per aver da mangiare, e farli esser contenti.

La marcia dei Russi è sforzata e sui Carri. Poveri contadini, e poveri bovi in tali mani. Gli orridi tempi collimano a rovinar le strade e a far inferocire questi barbari. Essi arrivano a tutte le ore e pochi alla volta, con cere d’una salute da paesi freddi, e attraggono a vederli per la loro singolarità. Arrivano promiscuamente degli Ussari Tedeschi superbamente montati.

Pare che i Francesi si ritirino molto, ma ci vorrebbe truppa fresca in quantità per le operazioni posteriori. Si dice che al Campo  Tedesco si soffre assai per la pioggia, e che si ammuffiscono i viveri, e gli abiti. Il Bivoic [?] è terribile in tali tempi.

IL Maresciallo Souvorow prima di partire presentandosi a Paolo I gli disse  Domine salvos fac reges : al che l’Imperatore rispose: I Sovrani che hanno dei Souvorow son salvi.

In questo lungo cammino non ve ne fu pur uno di ammalato. Invece di  banda militare cantano come una Sinagoga delle bellissime arie Greche, e il totale denota una truppa formidabile spezialmente in fanteria. I Russi son buoni basta di non contrariarli, e intenderli. La Cavalleria è cattiva, ma sinora non si è veduto che dei corpi staccati: essi sembrano generalmente dei Francesi selvaggi.

I Patriotti non volevano persuadersi dì un tal arrivo e sui cantoni ier l’altro c’era: chi avesse trovato 20 milla Russi li porti alla Sacristia di S. Marco che le verrà usata cortesia. Oggi convien tenerla.

 

15  [aprile 1799]

Continuano a passar Russi notte e giorno a 20, 30 alla volta. Il tempo orribile è continuato, fà che i fiumi e le acque molestano assai questa marcia. Gli equipaggi poi sono sorprendenti, e curiosi: 200 carrozzali di medicinali per l’ospitale: questi legni si convertono in barche per transitar fiumi.

I Russi bastonano Contadini, Bovi; ammazzano, vogliono l’impossibile dagli animali stanchi, e terminano con ciò di sterminar la Provincia. Esigono da mangiare nelle Case, rubano, e sussurrano, e fanno vedere con poca differenza che le Truppe Francesi, Ongaresi, e Russe sono tutte eguali per i paesi che sono felicitati dal loro passaggio.

Si dice certamente Brescia in poter Austriaco. In Salò vi fu orrori contro i pretesi Giacobini. Ma si teme sempre, e i tempi cattivi precipitano assai.

 

16  [aprile 1799]

Non si vede che Russi a partire e a ritornare atteso l’ostacolo delle acque. Non si parla che della loro vivacità, e civilizzazione. Il fondo però è barbaro, e si sente un feroce contegno con Boari e colle Boarie.

In Campo Marzo morirono due contadini dalla stanchezza e dalle loro bastonate.

In Bottega di Pigozzo si vide a ballare due Calmuki, oh che comedia!

Tutti i cavalli da tiraglio sono in requisizione per salvar il nerbo delle sostanze.

Sempre si sente ottime nuove dei Tedeschi, essi avanzano, i Francesi fuggono come lepri, ma in fondo non si tratta che d’un piccolo tratto di terreno, e la presa delle Piazze solo sarà decisiva.

I Russi guerreggiavano coi Persiani quando ebbero la marcia per l’Italia: picciola passeggiata!

Si sente dai spensierati e fanatici a rimproverar il genio di novità, ma veramente il suddito amava il Governo Veneto, ma non avendo esso più suste da sostenersi, e vedendo di esser lasciato in balia di chi primo lo volle, e avendo  passato dai Francesi ai tedeschi, e ora chi sa cosa diverrà, andrebbe bene di aver giudizio, ubbidir a chi comanda, e non appassionarsi di leggieri per nissuno a grado d’inquietare la buona società, e il sentimento.

 

18  [aprile 1799]

Gran rovine d’una stagione eccessivamente piovosa, non si sente che acque, e intercettazione di passaggi: alcuni Tedeschi dicono che questi paesi meriterebbero di esser abbrugiati per  la negligenza della ristaurazione delle strade. Il suddito paga, e il suddito  soffre. Bell’elogio per ogni Governo!

Il passaggio dei Russi precipita intieramente questi paesi. Tutte le Boarie, tutte le Carrette, tutti i cavalli da tiraglio sono a suo servizio, essi maltrattano e uomini e bestie, muojono alcuni a forza di violenze e di bastonate. La marcia si fà sui carri, e si pongono al più in due o tre, con equipaggi immensi. I Tedeschi ci hanno lasciato in balia de’ Russi per ciò fanno quello che vogliono. I loro Papà li benedicono, ordinano loro il digiuno: ne hanno fucilato 200 strada facendo, ma tanto e tanto sono dei barbari che incutono terrore. Vedremo se tali saranno coi nemici.

È morto un Tenente Colonello del Reggimento Nitrouski, il Comandante della Piazza ha desiderato un accompagnamento di nobiltà, e con tre scariche dei pochi soldati che son quì fu sepolto a S. Michele.

Si conta gran ritirata dei Francesi all’Oglio, ogni giorno si vuol presa Brescia, Peschiera, la Mirandola, e Ferrara, ma ancora non si verificano uffizialmente.

 

19  [aprile 1799]

Sempreppiù si tien certa una solenne ritirata dei Francesi, chi vuole fino all’Adda.

Il Generale Souvorow non vuol andar in campo se non ha tutta la sua invincibil Truppa. Passano lentamente, e angustiosamente li Russi, i tempi precipitano tutto. Il veder  le aste, le Pelizze, le barbe fanno innorridire, ma discerner cosa sono i Popoli del Nord formidabili sempre, in confronto dei meridionali.

I nostri Cavalli vanno fino a Villafranca, e fuggono per non andar più oltre; chi perde i cavalli, chi li Carri, chi i Bovi, e a chi muoiono: oh che orrore! Il nostro Villico s’incontra sempre lagnandosi, e piangendo l’amara desolazione di se stesso e della Provincia.

Gran passaggio, gran violenze, e gran scene Russe per i alloggi: chi vuol carne, chi vuol magro, e non sanno farsi intendere. Il buono è che arrivano la sera e partono la mattina per tempo. I Francesi ci hanno avvezzati a tutto, con tutto ciò questi crescono la dose.

 

21  [aprile 1799]

Le nuove son buone da tutti i versi, basta che continuino.

I Russi passano ferocemente, ed hanno un’aria invincibile.

Non si sente che lagni e danni per i Bovi e Cavalli.

A Verona si dice di far una Piramide a Kray colle 4 battaglie di Legnago, Verona, Bussolengo, e Parona.

Il Baron di Tougut scrive una ben meritata lettera di  particolar protezione di Sua Maestà ai Veronesi; se tutti i Manifesti venissero eseguiti si viverebbe felici.

 

22  [aprile 1799]

È giunta la nuova Uffiziale che jeri gli Austriaci si sono impadroniti di Brescia, e che non vi è successo disgrazie.

Si vuole che essi sieno a Cremona e a Parma.

Massena si dice battuto nella Svizzera.

Si blocca Peschiera, ma ancor non si bombarda.

I Russi son due giorni che perché fa buon tempo non passano, sembra una fatalità in tutto, ma l’essenziale dimostra d’andar bene.

I Patriotti vivono ritirati, e sperano che non sia ancor finita, essi dicono: i coalizzati furono una volta a 30 leghe di Parigi, e i Francesi a 40 di Vienna, dunque si può veder di tutto.

 

23  [aprile 1799]

Tutto il tumulto di questo mondo si vide fuori della Porta del castello, mentre c’erano Tedeschi, Russi, Francesi prigionieri e disertori.

Gli Austriaci avanzano, ma tutte le lettere sono imbrogliatissime in tal proposito. Domani s’attende 6. mille Russi, e già la pioggia che pare li annunzi è ricominciata. Gran delirio ancor questo.

 

24  [aprile 1799]

Oggi passarono 3. mille Russi, arrivano sotto la pioggia, vanno alle Caserme, e dove vogliono, mangiano carne e legumi, e partono poche ore dopo la mezza notte.

I Tedeschi non possono soffrirli, e chi vuol loro far la corte non istima il barbaro Russo.

Tutti gridano che i Cavalli, e le carrette son perdute, e i carrettieri o annegati o morti, ma tutti ritornano egualmente ben bastonati. Si sussurra per la solita cattiva distribuzione dei pesi, ma non v’è rimedio, e non v’è più tempo per nuovi piani.

 

25  [aprile 1799]

Gran nuove degli Austriaci, ma non sono confermate dai Paesi che si dicono conquistati. Le lettere di Verona sono confuse, come gli affari che succedono.

I Democratici si fingono ora Austriaci. Dio voglia con pace e quiete di tutti che le opinioni si raffreddino.

 

26  [aprile 1799]

Oggi dopo pranzo venne ordine termine 24. ore di portarsi alla Polizia Veneta i Cavalieri Enrico, Pietro, e Luigi fratelli Bissari. Il Paese è diviso in chi pensa quanto fatali sieno queste puerili misure se le cose cangiano; e in chi le gode all’eccesso. Si compie in punto oggi 2 anni dacché corteggiarono essi i Francesi a Vicenza. Chi vuole che siano chiamati per corrispondenze, chi per imprudenze, e chi per affari. Tutti i Patriotti rimasero sbalorditi, chi va in campagna, chi finge di dimorarvi, e  in sostanza i più pericolosi vanno esenti da tutto.

Domani verranno dei Russi, e passa in proverbio che chi vuol pioggia esponi i Russi.

Si conta che coi Prigionieri fatti nel castello di Brescia vi sia con essi la Municipalità di quella Città, e che Verona l’ha salutata con molti fischi.

Si sostiene che  gli Austriaci e Russi passino i prigionieri a  fil di spada, locché non si può credere.

Si sparge i Tedeschi in Milano.

 

27  [aprile 1799]

Molti arrestati. L’Abate Canton ai Scalzi: Guzzan in Casa: Bettanin mandato in Villa: Brunoro Muzzan si dice a Malo: dei Bissari si crede cosa di poco momento.

 

28  [aprile 1799]

Ho veduto a partire 5 mille uomini di Fanteria Russa, vero spettacolo, gran vivacità e bellezza di Truppa, cantano, suonano, si gettano per terra, si baciano, tabaccano molto, e rubano quanto possono. Essi sembrano dei veri francesi di bosco.

 

29  [aprile 1799]

Passano dei Russi tratto tratto senza ordine, né disciplina. Volle un generale di essi dopo di aver ricusato dei Palazzi alloggiar per forza in una Colombara a S. Felice per veder la sua Truppa in Campo Marzo, e il suo seguito andò improvvisamente a impossessarsi per forza di alcune casette contigue scacciandone i padroni, ma né gli Uffiziali né il popolo si poterono persuadere altrimenti.

Passa un treno di artiglieria sorprendente. Da Pietro il Grande fu posta questa truppa sul piede Prussiano.

Tutta la strada da Bassano sino a Verona è tutta deserta, rubano, bastonano: v’è chi sostiene che abbiano mangiato un bambino, e sono peggiori dei Francesi anche per la lingua.

Continue requisizioni di 100  di 150  Boarie, e Carrette, e tutti non ne possono più, e il contadino trema di andarvi. Non si sente che danni, e lagni.

 

30  [aprile 1799]

Si dice che Sabbato verrà il Principe Costantino di Russia per passar a Verona.

Oggi si son trovate in un pozzo le chiavi della Città di Brescia legate in un fazzoletto, si suppone che un prigioniero Francese ve le abbia gettate.

Le nuove continuano ad esser buone, ma più che le armate si allontanano maggiormente è difficile di saperne una di vera. Ma le grandi operazioni si sapranno.

Passa gran Artiglieria Austro-Russa, e a S. Felice c’era un immenso Cannone che fracassò il carro, e per ciò servì di spettacolo a la promenade.

Questo mese fu fertile di novità. Sul  principio siamo stati a due sole dita dalla nostra perdita. Le vittorie Austriache sono state tanto vigorose quanto impensate. L’arrivo poi d’una Nordica armata diede il colmo alla sorpresa e per la sua venuta, e per la sua singolarità, e ci danneggiò in condotta, e in ruberie. Gran fatalità che il bravo soldato sia ladro.

 

 

 

________________________________________________________________

2 [[Maggio 1799]]

Il Principe Costantino arriverà. Gli Austriaci dopo una fiera battaglia a Cassano (al dir dei Francesi posto imprenable) sono entrati il giorno 28 scorso a Milano. Si conta fatto prigioniere il Generale Serurier.

Passa artiglieria d’assedio sorprendentemente. Gran requisizioni di carrette, gran rovina, e gran angustia dei poveri Condottieri per la barbarie Russa.

Il Capitano Battiani fu fatto prigioniere all’Adda.

Del Papa non si sa nulla, e si teme che sia prigioniero presso i Francesi in Piemonte.

Si teme un fatto d’armi vicino a Piacenza.

Il Vescovo Nani di Brescia passò di quì richiamato, e non volle entrar in Brescia che oggi, atteso che compie l’anno dacché venne scacciato.

Si conta di quello di Bergamo Dolfin che sia fuggito, egli cingeva il pugnale, ed era patriotta per paura.

Venezia va sperando un rimpiazzo del Pesaro, ma il Mondo ha altro che fare per pensare a noi. Essa spera anche di risorgere mediante Paolo I. Quante speranze deluse in questi tempi!

 

3 [[Maggio 1799]]

Gran Carriaggi Russi, e 500 Uomini, che atteso le acque del Tagliamento non potevano arrivar prima.

Si parla di arresti, e mi sembrano i Patriotti in quella stessa inquietudine ch’erano una volta gli Aristocratici, detratto che il rimorso è ben differente.

Gran strage di animali e di carrette: non si sente che lamenti, e i Russi seguono la loro barbarie e superano ogni espressione.

Pare che le  Armate scorrano come Alessandro, battendo, e fugando  l’inimico colla sicurezza della vittoria.

Peschiera e Mantova sono bloccate, e s’inseguono le armate e si distruggono.

 

4 [[Maggio 1799]]

Oggi passò di quì il Principe Costantino di Russia seguito da 8 Carrozze. Egli proseguì subito il suo viaggio per Verona ad onta che fosse verso sera. Si crede che domani sarà al campo, dove si dice che Kray gli darà lo spettacolo della presa di Peschiera.

Gran gioia a Brescia, Crema, Cremona, Milano per l’ingresso dell’armata Austro-Russa di cui quest’ultima si credé scesa dalle nuvole, tanto i Francesi cercavano di farla credere immaginaria. Ma Bergamo solo non si scosse, chiuse finestre e porte, e anzi si accerta che vide gl’Imperiali con somma indifferenza.

 

5 [[Maggio 1799]]

Ogni giorno si batte Peschiera, ma non se ne sente mai la resa.  Si dice però che gli assediati progettino una capitolazione, locché sarebbe buono, così fosse di Mantova!

Quì nacque una scenetta del Conte Francesco Piovene di Reale che si espresse atteso un Uffiziale soccorso da sua Madre, ch’essi cercano l’elemosina. Il capitano Rhum in pien Caffé disse orrori di questa verità, sfidò, strapazzò il Piovene, ch’era fuori del Caffè. Niuno prese le sue difese, e meno lui che anzi andò a fargliene scusa. La prudenza è sempre necessaria coi sospettosi, e con un’armata. È però ingiusto che si si faccia giustizia da se stesso, e che si voglia minorare i benefizi d’un Paese che certo si esaurisce e per premura, e per interesse per essi.

 

6  [[Maggio 1799]]

Si sparge la resa di Peschiera ier sera alle 3 ore; ma oggi un forte cannonamento fa supporre che non sia vero, oppure che questo provenga dal blocco di Mantova. Non gira che feriti, e tratto tratto qualche indomabile Russo. Si sparge che passeranno ancora 45 mille Russi: Oh che siroppo!

 

 ________________________________________________________

 

 

 

7 [Maggio 1799]

Si seppe che jeri alle 3. pomeridiane si rese Peschiera colla med.ma Capitolazione di Brescia, e che il giovine Gambara volle restar come Commissario di Guerra dei  Francesi piuttosto che Bresciano ex-Cisalpino. Niente si sa dei dettagli, solo gran munizioni, e prigionieri. Il Principe Costantino voleva la cosa con più rigore, ma Kray lo persuase altrimente.

I Patriotti vivono con maggior squallore dei fu innocenti Aristocratici, ad onta che il loro destino è migliore.

A Venezia si fanno varj arresti. Qui siamo tranquilli, e detratto qualche imprudente v’è tutto il giudizio.

 

9 [Maggio 1799]

Gira un manifesto pieno di disgusto al Direttorio fatto da Bernadotte che vuole la sua dimissione. Le verità son grandi, ma si tiene per aposcrifo un tal scritto.

La Guarnigione di Peschiera sortita cogli onori militari, e libera sulla sua parola ebbe del principe Costantino una paterna parlata sul critico stato delle Francia, e sulla loro propria rovina di dipendere da un dispotico Direttorio che li sacrifica: ingiunse anche loro di farne di ciò partecipi i loro compatriotti, e si dice che i Francesi piansero in sentire tali verità.

Quì non vediamo che dei magagnati Uffiziali, i quali sarebbero maggiormente bene accolti, se l’aria altiera, e i modi non dolci non disgustassero il buon animo, e la beneficenza. I Tedeschi vincono sempre, ma tanto e tanto si suppongono infiniti fatti, che diventano falsi il momento dopo.

Si vuol presa la Cittadella di Mantova.

Oggi è sparso che il Conte di Leherbac rimpiazzerà a Venezia il Pesaro con Giacomo Giustinian, e Ferrigo Foscari. Ai Veneziani dispiacerà tutto, perché tutto deve lor dispiacere, ma la Terraferma crede che avrà più vantaggio da un Tedesco che da un Veneziano: ma in questi temi la parola vantaggio è scancellata dal Dizionario di mo-da.

 

11 [Maggio 1799]

Si vuole che i Tedeschi sieno a Genova. Tutto và prosperamente. I Francesi fuggono, e sono avviliti; sembra anche che nella Svizzera vi sia delle Vittorie, per cui quell’armata si unisce alla nostra. Tutto ciò mi sembra incredibile così di leggieri.

Si teme che il papa sia morto. Oh che orrori!

Sono arrivati 800. baldanzosi prigionieri Francesi con 56 Uffiziali.

Pizzighettone è reso, non così il Castello di Milano. Si spera di aver presto Mantova, ma io temo.

Non si parla più di Patriotti, si crede l’opinione, e la Francia annientata, Dio voglia la quiete universale, ma non mi sento tanta sicurezza. Sembra però che l’affare cammini prodigiosamente sicché si può sperare.

Si fa un triduo a Monte, dove vi concorre gran gente.

Il tempo sempre piovoso, e straordinario in questa stagione rovina ogni cosa.

 

13 [Maggio 1799]

Oggi dal Consiglio si creò Nobile di Vicenza Kray e proprio Protettore. Si farà a Cesare, e ad esso un monumento passato per acclamazione.

Il manifesto di Souvorow ai Popoli d’Italia promette decisamente il repristinamento di tutti i loro antichi Governi, come volontà espressa di Paolo  I; per ciò i Veneziani si lusingano molto, e vi sono delle gran scommesse. Per me in questo secolo credo tutto possibile, e le sorprese non son più di stagione.

Si spera che i Russi vadano per un’altra strada. Si attende 7. mille Austriaci. Tutto cammina bene, e sembra che la Provvidenza voglia compensare con una serie continua di fatti, e notizie consolanti a viceversa del passato. Non si vedono Patriotti, o sono avviliti.

 

14 [Maggio 1799]

Arriva più di 3. milla  prigionieri Francesi vivaci e speranzosi, dicono tutti che c’invaderanno di nuovo, ma la Provvidenza ci assisterà.

Gli Austriaci sono solo verso Torino e Genova, ma si vuol certamente presa Alessandria.

Di Mantova si spera bene, continui parlamentarj, e licenziamento dei contadini dai lavori.

Il Papa chi lo dice morto chi a Brianzon col generale Mack. Questa catastrofe mostra la rivoluzione.

 

16 [Maggio 1799]

Domani partirà per il campo il Co: Gerolamo Velo [si tratta del marito di Ottavia], e Co: Luigi Porto come Deputati a portar a Kray come per consiliare acclamazione è creato Nobile di Vicenza, suo Protettore, e verrà monumentato con Cesare. Si spera nella vicina capitolazione di Mantova. Nulla si sa di preciso né di Firenze, Roma, e Napoli, né della Romagna, sembra però che tutto il resto sia prosperoso, ma allontanandosi l’armata sempreppiù le nuove sono incerte.

Scrive uno da Milano che tale era il trasporto di gioja di quei abitanti per l’arrivo Austriaco, ch’è stato vantaggioso che i Russi abbiano rubato all’eccesso, mentre così non son divenuti pazzi d’allegria. Curioso rimedio! In Milano nascono da sotterra le Carozze, e il lusso giornalmente.

Si dice che partano gli Ospitali, gran sollievo per ogni rapporto.

L’Ottinger che divora a più potere scrive per Lettere Ufficiali che Bonaparte e tutta la sua armata sia intieram.e distrutto.

Gran carta monetata e gran cose che non fanno pensare a noi chi lo dovrebbe

 

18 [Maggio 1799]

Sono arrivati Velo e Porto d’ambasciata con Kray, il quale li ricevé gentilm.e e pianse alle distinzioni di Vicenza dicendo: mi son sempre compiacciuto della fiducia dei Vicentini; in proposito della  protezione sua presso il Trono disse: basta che a Vienna si sappia che sono Vicentini per esser bene accolti. Parlò con politica dell’assedio di Mantova: solo disse che dalle operazioni del Piemonte dipenderà il destino d’una tal Piazza, che presa che sia egli è destinato a Roma e a Napoli. Riportò solo alla Provvidenza li felici successi della campagna attuale, e si lagna assai della gran perdita fatta di gente e soldati veterani assai bravi.

A Torino vi và picchetti Austriaci, ma la Cittadella non è ancor resa. Di Genova nulla si sa. Ferrara resiste, si dice che i Contadini sonosi levati in massa. Verona vuol far a Kray unitam.e a Kaim una statua di Canova, questo grande artista ha esibito un Ercole di già fatto per il Re di Napoli, ma non venne accettato.

Noi faremo un Arco Ottoniano, [da Ottone Calderari, architetto vicentino] ma mi pare che un’ambasciata a Vienna per un Archetto che costa 20. milla D.ti [ducati] sia poca cosa, onde avvicinarsi a Cesare.

 

19 [Maggio 1799]

Gran Cantemus e gran Tedeum in Duomo per le vittorie, gran concorso e gran caldo.

Tutte le notizie sembrano avvantaggiose, ma si comincia a riflettere presso i Patriotti che i Tedeschi dispergono troppo le loro Truppe, che ambiscono di prender troppe Città, e che se i Francesi resistono o si rinforzano in Piemonte, potrebbero i coalizzati perder in un soffio le loro conquiste, mentre non hanno Piazze onde fissar una solida sicurezza.

Si dice gran Francesi a Ferrara: tal vicinanza non è buona per noi.

Dell’Egitto si parla sempre di distruzioni, di dispersioni, di prigionie, di morti, e tali sono le dicerie, che si potrebbe scegliere a piacimento, non si sà però il vero stato di tal affare da niun fonte sicuro.

Si aspetta Truppa, ma non arriva mai i passaggi sono incomodi, ma i rinforzi sono visibilmente necessarj.

Quì si dice gran vittoriose cose, che Dio voglia tali e decisive, ma guai a chi facesse un obbietto.

I Padovani si sono distinti in un odioso entusiasmo per le Vittorie, e per ciò Kray loro ha spedito un Proclama dolce, istruttivo, e forte.

Quì ascoltiamo i cicalai per le strade dei Proclami di Sua Eccellenza Imperator, titolo maggiore che si conosceva in antico.

 

21 [Maggio 1799]

Va venendo delle nuove sempre buone, ma per canali ovvj. I Francesi fuggono, ma si battono sempre terribilmente. Di Mantova adesso si teme che anderà a lungo. Sul Reno si fa delle cose, ma nulla di decisivo.

Nella Svizzera dei progressi, ma le Colonne non si uniscono.

È tolta ogni comunicazione colle Gazzette di Francia, un così totale silenzio mi fa temere delle forti loro misure. Speriamo bene.

È sparso che a Vienna il Ministro Prussiano abbia calato lo stemma: anche questa Potenza fa stordire: essa è neutrale, e può andar soggetta a degli eccidj generali, e divenir la mediatrice finale. Le Flotte son dapertutto, ma mai dopo Nelson si sente un’impresa decisiva detratto l’interesse di Firenze, Roma, Napoli nulla si sà.

Si sparge che siano rimessi i Gesuiti. Il gran colpo preparatorio alla Rivoluzione fu la loro Distruzione. Ora si calcola di ripristinare una Società di cui le Scienze, l’uso del Mondo, e l’educazione formavano il suo distintivo.

 

23 [Maggio 1799]

Si è portata la Rua cantando Viva Cesare: viva Kray, e dal turpe giogo indegno etc.

I Patriotti ricercavano se ciò prende in mira i Francesi o gl’jmpiegati. Non si sentì però neppur una parola del canto, ma si udì una Sinagoga, si vide un furor di Popolo allegro, e non nacque qualsisia disordine. Si fece il Pallio decorato colla Cavalleria d’Ussari del Reggimento che abbiamo di Emigrati Francesi con alla Testa il Quadri vestito da Ussaro. Giunse al termine del Pallio una quantità di Carriaggi che avrebbero colle Carrozze riempito il Campo Marzo, se la conculcazione militare l’avesse reso praticabile. Girava sul Corso l’Uffizialità Francese prigioniera di Pizzighettone. Tutti i spettacoli nostri vengono contaminati da idee gueriere quantunque in adesso favorevoli. Non si fece la Festa di Ballo per esser moriente un Uffiziale ferito nel Casino Caldogno. Al Teatro andò in scena Raffanelli, la Strina, gran concorso, ma in questa sera non molto. Sul tardi giunse Staffetta ai Milana dell’ingresso in Ferrara degli Austriaci, non però della resa di Torino. Fa spezie Macdonal che tenta di salvarsi con 35. mille uomini.

L’assedio di Mantova par cangiato in blocco e che Kray vadi in Romagna. Si dice che la Piazza farebbe la capitolazione fattasi una volta a Wurmser, col patto di riguardare i Polacchi come Francesi, e che i Corrieri sieno andati a Vienna, si teme che l’affare andrà in lungo.

Il nostro Governo Provvisorio è senza denaro, ma si spera tutto dall’avvenire, e si vive quieti.

 

26 [Maggio 1799]

Ferrara colla Cittadella presa da Klenan colla massa de’ Contadini.

Adesso si è in pena perché sembra che Macdonal voglia tentare una battaglia a Scaricalasino, situazione dei Romani contro Annibale per salvar le Truppe che rimangono nell’Italia Meridionale. Otto va ad incontrarlo. Chatler vuol Mantova, desiderio preciso della Corte. Si attende Truppe, e si vocifera ora Russi ora Tedeschi, che non arrivan mai. Si spera che prendino altre strade.

Qual spettacolo per la povera Italia! quale destino è mai gettato per l’Europa? Si è sempre sulla punta d’un ago, adesso si combatte con fortuna, ma continuamente si trema. Si vede che le vittorie costano care, che i rinforzi si fanno aspettare, e poi l’impresa è immensa. Quali misure prenderà la Francia? Nulla si sa, né si può rilevare di quel che passa al di là dei monti, e ciò fa spezie. Non si sa qual possa esser la vista dell’avveduto Gabinetto Prussiano, ma la sua Neutralità è un colpo fatale. Il Turco non si muove che con alleanza di flotte, si teme che credendosi lo scopo di compensi, possa allearsi con Bonaparte. Gl’Inglesi conteggiano in mari, ma dopo la battaglia di Abukir par non contemplino che a predare per via d’interesse, sbarcano per tutto, ma non fano che del bottino.

La Provvidenza ci assisterà, ma la lotta è tremenda, ed assorbisce tutta l’immaginazione.

Tali riflessi convien riserbarli mentre il fanatismo non comprende  possibilità di ostacoli.

 

27 [Maggio 1799]

Sono arrivati 50. fatali Carriaggi Russi, volevano partire sul momento, ma si sono poi facilmente persuasi di partire domani per tempo.

 

31 [Maggio 1799]

Si vive colle lettere di Brescia, di Milano, e qualche scarabocchio di alcuni Ufficiali, e colle riferte incerte dei feriti. Tutto va bene.

Gli Austriaci sono entrati con trasporto a Torino, manca però la Cittadella, ma pare che quei abitanti li favoriscono. Si vuol Genova in angustie. Si dice Kray ritornato a Castelluccio atteso che il Generale Ott si sia prudentemente ritirato da Macdonal, e si teme che questo possa unirsi dalla parte della Riviera col grosso dell’armata comandata da Moreau. Ferrara tutta in poter Austriaco.

Si vuol evacuata la Svizzera, e unito Bellegarde all’armata d’Italia: ciò sarebbe troppo bello.

È sortito Scola per andare in campagna, vi si unì per accidente dei Soldati, e venne creduto arrestato: ogni Democratico è in vista, ed è visibilmente avvilito:

Si dice Gallino, Dandolo banditi in perpetuo, e molti altri che non si conosce. Dio provvedi all’avvenire.

 

 

 

 

 

______________________________________________________________________________

3 [Giugno 1799]

Gran nuove. L’Arciduca Carlo avanzatissimo nella Svizzera. Bellegarde unito all’armata d’Italia. Melas vittorioso a Montenotte. Basta che sieno vere.

Niente si sà delle misure della Francia. Non si sa l’esito di Moreau in Genovesato. Si teme che l’alto Piemonte e Genova non accettino con calore l’arrivo dei Liberatori Austriaci.

Si attende Truppa, e ne va venendo, non quanta si vorrebbe all’uopo.

Scrive il Tedesco Vescelini: se già due mesi v’avessi detto ch’io sarei a Torino, mi avreste trattato da pazzo.

4 [Giugno 1799]

È quì il Principe Generale Liekstein, il quale attende la venuta della sua Cavalleria per passar all’armata.

Si sostien per certo le Vittorie, che uniscono le Armate alleate del Reno, della Svizzera, e dell’Italia. Il colpo sarebbe fatto.

Tutti gli Uffiziali sono incantati di Torino, e scrivono meraviglie di quella piccola Città Italica.

Bonaparte si vuole da alcuni viceversa degli altri che faccia gran progressi nell’Asia.

Della Francia nulla si può sapere, e appena si sa dall’indolenza Tedesca quel che succede in suo avvantaggio.

 

7 [Giugno 1799]

Si dice Bellegarde a Milano. La Svizzera si vuol liberata, ma non è credibile.

Si dice che Moreau voglia far fucilare i Comandanti francesi di Peschiera, Brescia, ferrara, e Milano, i quali han ceduto quelle Piazze per viltà.

Si conta mille bizzarie originali di Souvorow. Si dice che a Torino ei si portò alla Cattedrale con tutta l’Uffizialità correndo sino all’Altare, dove con tenerezza Russa baciò il marmo, ed i gradini. Indi si rivoltò a fare un complimento al Popolo. Poi baciò la mano all’Arcivescovo, si fece benedire, e trasse due Ordini di Maria Teresa per Melas, e Chatler, pregò il Prelato di benedirli, e d’investire questi Generali, i quali vennero poi da esso abbracciati con trasporto. Terminò finalmente la scena col cominciar della Musica, in confronto della quale il Santo di Padova pare composto di gatti. Tutti cercarono di non ridere.

 

10 [Giugno 1799]

Sono arrivati 2000. soldati di Cavalleria Tedesca che partirà domani per Torino.

Niente si comprende di Macdonal: pare che sia  verso i monti Parmigiani, e che vi sia degli Austriaci a sostenerne la difesa: chi lo vuol battuto, chi lo vuol in Toscana, chi arrivato nel Genovesato unito a Moreau. Il fatto è che nulla si sà, e fa star in pena.

Si vuol Souvarov verso Genova: altri verso Brianzon per progredire in Francia: situazione molto difficile, e in cui gli Austriaci in tutti i tempi han sempre avuto la peggio.

L’Arciduca Carlo si vuol unito a Bellegarde, e questo coll’armata d’Italia, e la Svizzera interamente liberata. Dei fatti ve ne sono, ma d’una decisa verità non se ne hanno.

Di Mantova si fa foco e fiamma dai geniali: Si dice ch’è stabilita per essa la maniera focosa di Belgrado ad onta d’una  diversa situazione: il fatto è che si va con lentezza.

Il Re di Prussia sta immobile. Tutti lo sperano del proprio partito o si crede mediator di Pace.

Della Francia nulla si sa: si dice che Lione e il Belgio si pongono in uno stato di difesa. Per noi non si parla di rinforzi, la Truppa sofre non se ne parla che a fior di labbra, ed io che sono avvezza a veder dei gran Vulcani  temo di tutto.

La Flotta di Brest sortita non si sà dove vadi, ma su ciò gl’Inglesi sono nel mare  quel che i Francesi sono sul Continente.

Bonaparte ora è sfinito, ora il Turco vi va contro: ora fà conquiste, e adesso si dice che gl’Inglesi han fatto uno sbarco in Alessandria.

Gran cose! io sono stordita nel vedere come tanti oggetti che c’ingojano ci facciano passar il tempo con somme leggierezze di dialogo. Il mondo è tutto a soquadro. I Barbari c’inondano. Le nostre sostanze vanno a precipizio. Le vittorie son belle, ma non decisive, e vedo il Mare, la Terra, la Politica che si fanno un vero gioco della misera umanità.

 

14 [Giugno 1799]

Sono varj giorni, che nulla si sà, e queste calme non posso [sic] tranquillizzare, perché sempre fatali. Oggi si sparge che i tedeschi sono in Savoja, Zurigo, Ancona, e che la Flotta di Brest sia battuta, ma non sò se tali notizie si verificheranno.

Sempre si dice assai, indi si ribatte, i Tedeschi  sono però certamente in Piemonte. La Svizzera è piena di trionfi, ma è ben lontana da esser liberata. Dell’Italia meridionale non si sà nulla. L’assedio di Mantova non è ancor cominciato, né niente si traspira come vadano le cose oltremonte. Dio provvedi, mentre la lotta attuale fa tremar chi rifflette. Venezia è abbattuta, e si figura ora Tedesca, ora Russa, ora Inglese, e alcuni speranzano S. Marco vecchio. Il Generale Noveller di 83 anni è stato chiamato a Vienna per stabilir la Truppa ex-Veneta in linea proficua.

Noi siam quì pieni di quiete, e colla soddisfazione che il nostro Paese passa fra le Nazioni ambulatorie per la più buona ospitaliera Locanda.

A nulla si può eriger di più i nostri pensieri, se non al bene universale, e alla calma non interrotta per ricavar del nostro fertile Territorio una sanatoria a tante piaghe.

 

16 [Giugno 1799]

Ritornati da Milano Porto e Garzadoro portano che le Caserme devono rimaner ferme ad onta che si volesse restituire i Conventi di Monache. Kray disse Il Vescovo non deve agir da Giacobino. Sono terribili in materia d’interesse.

Le nuove sono che Magdonal si è avanzato sino a sorprender Modena: ciò successe perché l’ostinato Gen.e

Chatler diede ordine per l’assedio di Mantova, mentre Kray era di parere di andar prima a battere gl’inimici, dovendosi in conseguenza poi acquistar le Piazze. Ma Vienna n’è la causa, indi si mostra un tal furore per Mantova che quando arrivano notizie vittoriose di Milano, di Torino, della Svizzera, i Viennesi dicono ma, Mantova? e rispondendo che tutto non si può fare, essi voltano le spalle. Gli affari son troppo grandi per fissar il nostro giudizio, ma si vive sperando.

Il Democratico paese di Zurigo fu preso dagli Austriaci con quattro Generali feriti. Non si fanno delle gran cose, che poi non si verificano.

 

17 [Giugno 1799]

Si dice battuto Macdonal, e i Tedeschi  a Bologna.

Si vuol rinculato il Quartier Generale a Asti per concertar con Ott e Souvorow di prender in mezzo i Francesi nel Genovesato per Oneglia. Queste immense Montagne che lottano fanno tremar le valli che son subissate.

 

18 [Giugno 1799]

Oggi successe un gran cambiamento di scena: come si vuole di alcune vittorie sopra vittorie senza ponderare, arriva la notizia che non solo Bologna sia degli Austriaci, ma nemmen più Modena. Si dice che si trasporti a Verona l’artiglieria dell’assedio di Mantova, che Souvorow retrocedi per rinserrar Magdonal, il quale fa un’irruzione verso il Parmigiano con 35. mille uomini. Si trema: questra [sic] Truppa deve metter in uso tutto il proprio valore per salvarsi: Moreau ha avuto dei rinforzi, e si fortifica in Genova. Mantova resta bloccata. La Svizzera è solo intaccata. La Grande armata Austriaca non ancora riunita. Le Flotte Anglo-Russo-Turche niente agiscono. Il Re di Prussia non si scuote: La Flotta di Brest non si sa dove vadi a piombare. Bonaparte sempre distrutto e sempre distruggitore. Tuttociò ingombra lo spirito, e anche il fanatismo sempre eccessivo mostra il barlume della riflessione.

I Democratici respirano, ed è qualche giorno che van dicendo: io non voglio credere che alle vittorie d’un’armata che avanza, che si sostiene con delle Piazze, il resto è tutto arbitrario.

Pare che sieno per arrivar nuove Truppe, ma tutto è lento, e sin quì le vittorie son contate assai, e i rinforzi sarebbero necessarj.

 

20 [Giugno 1799]

Oggi arriva gran notizia  che Magdonal fu battuto ai 17. a Fiorenzuola: s’attendono con impazienza i dettagli. Gli emigrati di Modena e Reggio non ne hano notizie.

I nostri Patriotti già spiravano la lusinga, ad ogni minimo evento la speranza loro brilla in volto, come l’inquietudine. Per chi osserva, le fisonomie partitanti denotano le notizie.

Arrivano dei prigionieri Francesi sempre vivaci, e si vedono gran feriti Austriaci.

 

22 [Giugno 1799]

Arrivano notizie da tutti i versi della gran Battaglia della Trebbia, dove si ha battuto Macdonal. I Russi han deciso la vittoria. Il Duca di Parma è a Verona: Kray l’ha notificato che Parma è libera, e che gli Austriaci sono entrati in Modena. Si vuol 5000. morti. L’Ajutante di Kray scrive: Nostre vittorie son troppo grandi, nostre truppe troppo coraggio per non creder che vi sia più nulla a temere.

Il p.mo a portar tali notizie come il consueto fu Cecchi Ballerino, e si vuol che sia stato ammonito col suonator Molinari dai Patriotti di non spargere simili cose.

Si vedeva a nascer delle speranze, e dei timori a colpo d’occhio, tanto il destino d’Italia era in compromesso in questa emergenza.

Si dice che Mantova capitolerà. Non si sà nulla di Bologna, né come vadino le faccende di Napoli, Roma e Toscana. Della Svizzera si dice sempre bene.

 

24 [Giugno 1799]

Sempre più si confermano le vittorie Austriache, e si vuol per essi Bologna. Si dice battutoMoreau da Bellegarde, e che Souvorow a tal annunzio disse: ora possiamo contare che non ci sfuggirà un Francese dall’Italia.

26 [Giugno 1799]

Passa Truppa di 1000. uomini alla volta, e ripartono il giorno dopo, senza che più ciò faccia una novità, tanto ci si abitua alle cose.

I Russi provvidamente vanno per Padova

Le nuove sono bellissime: ai 21. fu presa la forte Cittadella di Torino. Si vuol l’Arciduca Carlo a Berna.

Noi angustiamo per Mantova, mentre cadrà essa come si vuole ben presto in cenere, ma frattanto si distruggiamo in approvisionamenti.

In tre mesi abbiamo veduto l’Italia ripresa a forza di valore e di sangue, ma non si riacquista che il proprio, e si teme l’avvenire.

V’è chi si lusinga di tutto, e v’è che crede tutto possibile. Dio provvedi all’umanità che soffre dei delirj altrui.

I Veneziani sperano di risorgere, non capindo che la forza invade tutto e si ride dei deboli.

Noi non viviamo bene che nei reciproci Manifesti i quali ci promettono mari e mondi, e non provano che il Proverbio  che dal detto al fatto c’è un gran tratto.

 

27 [Giugno 1799]

Mentre si credeva che i Russi per quì non passassero si vide arrivarne 6, che si credettero Forieri della Truppa. Ma il Comandante del Reggimento Klebech, di cui ne abbiamo 400. sulla parola, li chiamò e vide che questi Russi fecero una passeggiata da Padova  per venir a rubare, onde li fece scortare dai suoi soldati.

Si conta che in tre mesi di guerra da una parte e dall’altra fra il Reno, Svizzera, e Italia, sieno morti cento e cinquantamille Uomini. bagatelle!

Si vocifera una nuova vittoria riportata sopra Moreau. Si tiene che Mantova si prenderà per assalto. Ma il fatto è che questo affare cammina molto lentamente.

 

29 [Giugno 1799]

È venuto Ciscovich con una ordinanza per affrettar i Russi a portarsi in Alessandria.

Si vuole che Moreau abbia battuto Bellegarde, e che sia molto forte. Di Macdonal resta salva però dispersa la metà della sua Truppa. Non si può pensar a Mantova sin che Moreau non è respinto affatto.

Nella battaglie 17. 18. 19. alla Trebbia si deve tutto al Valor Russo: i Tedeschi si ritiravano. L’attività inarrivabile di Souvorow nel distaccarsi da Torino, e il furore de’ suoi soldati che stettero quattro giorni senza mangiare decisero l’affare. I Tedeschi soffersero assai, ma si vinse, sin ora non si vede però i frutti della vittoria, mentre non si sa ancora se almen Bologna sia in loro potere.

I Patriotti sembrano prender fiato a ogni spiraglio di lusinga: ma pare che tutto s’incammini bene: con tutto ciò sono affari talm.e immensi che tutto è possibile.

 

30 [Giugno 1799]

Si pensa ad Alessandria, e a batter Moreau per indi veder a cader Mantova. Si dice resa Bologna e Fort’Urbano.

Le nostre vittorie costano care e si vede gran feriti, e non si canta un Tedeum senza un Libera [Libera me Domine de morte aeterna....canto della liturgia dei defunti] Intanto lo spettacolo è commovente, gli animi sono incerti, non si può pensare a governarci: tutto è in confusione e rovine, e non v’è che la speranza che sembra fondamentarci che tenga un po’ tranquilli quelli che pensano.

 

 

 

 

 

 

______________________________________________________________________________

P.mo  [Luglio 1799]

I 400.  Uomini del Reggimento Klebech che si dicono prigionieri fatti a Modena dai Francesi dimoranti quì sulla parola, han avuto ordine di partire per Verona.

Si dice che i Russi sempre malveduti dai Tedeschi fecero strepiti a Padova, e batterono il Marchese  Bias perché non era pronto il loro provvedimento. Si dice che volevano saccheggiar Padova, ma un Uffiziale Austriaco loro espresse che in tal caso farebbe suonar campana a martello. Questi Russi sono mal pagati, e barbari per natura.

Questi Paesi non soliti a simili tamburanti circostanze ne soffrono di mille colori.

 

3 [Luglio 1799]

Il Principe Russo Gagarin è passato di quì per portar a Vienna 11. stendardi: I Francesi di Macdonal sono dispersi nell’Appennino. I Tedeschi sono a Gavi. Moreau si dice in poche forze a Genova. Si vuole che in questa  7mana s’incomincierà a batter Mantova.

4 [Luglio 1799]

Arrivano prigionieri Francesi 800. e 1000. alla volta tutti spiritosi, ed esagerando le loro risorse. Si diportano però con differente contegno; passarono alcuni di essi dal Libraio Giuliani, e vedendo dei libri Aristocrati, ne fecero nota nel loro tacuino.

Giungono molti residui di Truppa, 11. milla Russi con dei Tirolesi, e marciano alle grandi operazioni, che si faranno in Piemonte per discacciar l’inimico, ad entrar nel suo Territorio, ma a ciò si vuol molto, e il nostro numero non lusinga. Si vuol Moreau con 8. mille Uomini unicam.e, ciò non par adeguato coll’immensa resistenza che da per tutto oppongono i Francesi.

Si dice che Sabbato si bombarderà Mantova. Si conta che in Italia gli Austriaci abbiano fatto a quest’ora 38. mille prigionieri, e presi nove cannoni; ma la loro perdita però è grande, e si conta anche qualche migliaio di Russi fra morti e feriti mentre questi di rado cadono prigionieri.

Souvarof e Kray vengono calcolati come tiranni nell’arte militare del tardigrado Austriaco, ma chi combatte il Francese deve far così, e li tristi effetti passati lo comprovano.

Ormai si comprende il significato della parola Guerra a noi felicemente ignoto, e dai suoi terribili risultati si resta oppressi dal sentimento maggiore della miseria umana.

I Patriotti non si vedono più: dicono però  essi che ad ogni strepitoso affare si esclama: da questo dipende il destino dell’Italia, e che questo destino senza Piazze non è ancora fissato. Esaggerano le somme perdite Austriache di gente, dicono che i Francesi le lasciano distruggere come neve al sole per poi piombarvi sopra. Tengono per fermo che il re di Prussia farà far una pace, e niente denotano di temer gli eventi. Strane opinioni, radicate assai dai odierni avvenimenti, che in fondo terminano sempre a favorir i Francesi.

 

7 [Luglio 1799]

Abbiamo 100. Tirolesi che goffamente formano la nostra guarnigione.

Si dice che  a momenti passeranno i 14. mille Turchi per Padova.

Si dice di sentire il cannone di Mantova.

Le nuove continuano ad esser buone, ma confuse.

Fra le invenzioni e qualche verità non si reseccano mai le ciarle. L’argomento è tanto vasto, che tutto par verisimile, e persino i sciocchi mostrano di aver ragione. Il nostro tranquillo  Paese non questiona che per due Farse al Teatro piuttosto che per una sola.

 

9 [Luglio 1799]

Si dice battuta la Flotta di Brest sotto Malta. Firenze è in poter Austriaco, e si dice anche Genova; ciò sarebbe veramente decisivo, ma non sì, presto credibile.

Si vuol cominciata a battersi Mantova, e si vuol molta resistenza. Chi vuol Piazze le comperi dicono i Patriotti. Si dice che  si comprerà questa cessione come la Cittadella di Torino, ciò si sparge; per me quando si ottiene l’intento, e si risparmia le calamità, lo calcolo il meglio.

Il Duca di Modena prende un Palazzo a Venezia per passar in appresso nei suoi Stati, quantunque ivi si desideri piuttosto l’Arciduchessa sua figlia. Nel 1796, che questo Duca perdé il suo Stato, venne a Venezia e ricercò di far battere delle monete col suo antico conio dove c’era nel contorno: manus tua exaltavit me: i veneziani ridevano, e volevano sostituirgli precipitavi[t]  me: ma ora le cose sono cangiate, mentre i Veneziani han perduto il loro dominio, e il Duca forse lo riaverà.

 

11 [Luglio 1799]

Passa sempre Truppa, e Prigionieri Francesi. Arrivò Fiorella Comandante della Cittadella di Torino con sommi equipaggi. Era scortato, e passeggiò sempre in Piazza vestito in frac, e li Uffiziali Tedeschi non ne potevano più di stanchezza; poi fu al Caffè ove attrasse una folla per vederlo, e vi vennero con melato contegno molti Patriotti. Fu indi al Teatro: si espresse che si prenderà prima la luna coi denti che penetrar in Francia. Questo Corso porta con sé tesori, chi dice ruberie, chi prezzo della cessione. Egli dimorerà in Germania.

 

13 [Luglio 1799]

Si conta una sortita di Mantova ben respinta. Ma si sparge che si cangi di nuovo l’assedio in blocco, per andar con tutte le forze contro i resti di Macdonal, e indi scacciar Moreau da Genova, e fugato l’inimico le Piazze cadranno in conseguenza. Si dice che i vivaci Cosacchi si civilizzino in Italia, e si taglino le barbe.

Mi fa spezie il cangiamento che si stà per fare in Francia. S’esso è diretto per ultimar quella scena di orrori va bene: ma se mai si corregge i falli del Direttorio con delle nuove suste di Terrorismo, o se si ritorna alle speziose chimere della Costituzione del 1792. Temo che che s’abbia indi a rinovar quei germi che collimarono alle distruzioni che abbiamo vedute.

Questo immenso oggetto convien ponerlo sotto la tutela della Provvidenza, come si ha fatto nel cominciar i pericoli della presente guerra, onde attendere un felice successo.

 

20 [Luglio 1799]

Si sparge che Alessandria sia resa: ma vien creduto che Macdonal si sia unito a Moreau tentandone la liberazione, e che con ciò converrà che succeda un’altra battaglia.

Mantova era parte incenerita, ora vicina alla resa, ma al solito si propala le sortite senza che si verifichino.

Quel campo è scarso di provvisioni, mentre i contadini non vi portano nulla per il poco denaro che ricavano, e per  timor di venir bestialmente chiamati al lavoro.

Dell’Italia meridionale, si vuole gli Aretini e i Toscani tutti in insorgenza sino a Orvieto distante da Roma 80. miglia, e che Napoli sia stato preso dal Cardinal Ruffo, le ultime lettere di quel paese sono di Aprile, e in fondo non si sà mai nulla di certo.

La Flotta Francese di Brest si vuol distrutta come di dovere dagl’Inglesi, ma non si sente conferme.

Scrivono che il Papa s’abbia espresso che trovandosi in Francia, mai nei suoi tempi felici non ha ottenuto in Roma quegli omaggi e dimostrazioni che gli tributano i Francesi. Della Svizzera si dice che attende rinforzi per agire. Massena è forte, la sua posizione felice, e i Francesi han studiato molto quel terreno.

La Prussia si coalizza troppo spesso per non effettuarsi mai un così considerabile appoggio.

Infine la lotta è grande, e non abbiamo per noi che la Provvidenza.

I Francesi per le loro massime, i loro intrighi, per la loro forza mostrano anche nelle loro perdite tutto quel valore che non si può loro contendere senza Generale di loro genio, senza favore per le loro Ladrerie, con esecrazione dei Popoli, con un’armata sprovveduta, con dei scacchi decisi, continuano a disputare palmo a palmo la misera Italia, e la Svizzera, e ancora è ben lontano di prevedere qual debba essere alla fin fine il destino delle cose.

Quì abbiamo la ricerca di 400. Carrette permanenti a Verona. Porto e Tiene partiranno per Castelluccio per ovviarlo.

 

23 [Luglio 1799]

Romoreggia il cannone di Mantova. I preparativi sono immensi, ma tutto va lentam.e. Alessandria non è resa, anzi alcuni Uffiziali credono che prima si renderà Mantova.

Adesso ritorna Macdonal in campo, e si vuole che i suoi distrutti e dispersi resti sienosi riuniti, e diano del pensiero. Nella Svizzera tutto è in una perfetta inazione, e si vuol che si attendino da ambe le parti dei rinforzi.

Gran vortice! Dio  provveda a quel che si sa, e molto di più a quel che non si sà.

Passa dei piccioli corpi continuamente, e i feriti ci funestano ad ogni tratto. Gran spettacolo per le nostre pacifiche contrade.

Il Governo và come a Dio piace. Tutto è in confusione. I Veneziani sostengono che alla maniera con cui Sua Maestà dirige questi Paesi non li calcola per dover un giorno esser suoi, c’est tout dire. La Lombardia è meglio organizzata, ma è facile il rimetter un Governo che già si aveva, non è così il piantarne uno di nuovo sù dei popoli altramente accostumati.

Non so quanto un tal mosaico potrà reggere. Non si vede Veneti, e non v’è buon umore, che nei spensierati.

 

24 [Luglio 1799]

Oggi alle 3. dopo mezzanotte s’è cominciato l’assedio di Mantova, tutt’oggi gran cannonamento.

25 [Luglio 1799]

La nuova della resa di Alessandria fu sparsa dagli Uffiziali che passano, e che vogliono goffamente divertirsi col dar delle nuove false, forse annoiati di una troppo lecita curiosità, che intacca la loro apatìa.

Sono arrivati molti prigionier Francesi.

Oggi non si è sentito dalle 10. della mattina il Cannone di Mantova, né si sa il perché.

 

26 [Luglio 1799]

È arrivato un Uffiziale con 5. bandiere Francesi, Svizzere, Cisalpine, colla notifica che la Cittadella d’Alessandria si è resa ai 21. del corrente dopo 6. giorni di gran foco.

Prosegue il Cannone di Mantova, e si vuole che frappoco ne seguirà la resa.

Non si vede più Patriotti, sono aviliti. Ma i prigionieri Francesi dicono sempre vedrete cosa succederà l’anno venturo; e pur troppo fa spezie.

Della Svizzera niente si sà, e una tal inazione non è buona che che si dica.

 

28 [Luglio 1799]

Un uffiziale Tedesco venuto in nostra Casa portò la notizia che i Russi hanno assaltato la Porta di S. Giorgio esagerando i morti, che la Piazza ha posto bandiera bianca, e che i Generali Austriaci sono di già in Mantova. Tutti rimasero sorpresissimi, e non si volle crederlo.

 

29 [Luglio 1799]

Le nuove di jeri si sono verificate, e alle 9. di questa mattina giunge con sorpresa e giubilo universale la notizia della resa di Mantova successa  jeri. Il suono delle campane, i mortaletti, le grida di gioja, il Tedeum, e l’illuminazione della Piazza furono le dimostrazioni spontanee di tutto il Popolo.

Oggi tutti vanno a Mantova, e non c’è che la scarsezza dei Cavalli che lo impediscano a molti. Tutti i Patriotti hanno fatto una giornata di ritiro.

 

30 [Luglio 1799]

Oggi sono partiti il Conte Velo e Garzadore Deputati della Città a Kray per congratularsi seco della resa così sollecita di Mantova. Mancano assolutamente tutti i dettagli.

 

31 [Luglio 1799]

Sembra  l’Italia sicura con tal Baluardo, ma il nostro secolo non è il secolo delle sicurezze.

 

 

 

 

 

 

 

______________________________________________________________________________

5 [Agosto 1799]

Tutti questi giorni non si ha parlato che di Mantova, di andate, di ritorni, di dimostrazioni festevoli. La Capitolazione è stata  blandissima. L’intento è ottenuto, ma tutto si paga caro. Quella misera Città è nella più maligna tristezza. Le consolazioni in questi tempi non sono che in parole, e queste si sciolgono in vento. Molti attribuiscono l’avvilimento di Mantova ai suoi partiti. Ivi non c’era né alloggi, né da mangiare. Le disgrazie rendono torpide le azioni. L’immensità di gente ivi giunta s’è trovata male. Le Città assediate non passano si presto dal nero al bianco. Le fortificazioni sono atterrate colle Porte conterminanti, ma Mantova quasi illesa. Durò l’assedio dai 24. Luglio sino ai 28.

Passa adesso l’Uffizialità  Francese piena ceppa d’immensi bagagli, alloggia lo Stato Maggiore nelle Locande, e il resto alle Caserme di S. Maria Nuova.

I Giacobini tacciono, ma mai perdono le speranze.

È sortito il Proclama di Souvarof ai Genovesi dove loro nettamente significa di secondarlo, atteso che la loro Republica verrà repristinata; su ciò i Veneziani si lusingano ancor essi fondati anche da quello ai Popoli d’Italia che ridonerà ad essi i loro antichi Governi. Quel che succede in favore di ciò è che il non dilicato Lottinger è stato richiamato a Vienna, e l’imbecille Pellegrini mandato a disorganizzar Bologna. Noi staremo a vedere e soffrir tutto: gran condizione!

 

7 [Agosto 1799]

Brescia, Bergamo, Crema sono di nuovo incassate con Venezia. Si dice che i Veneziani debbano esser tutti in un tal dato tempo uniti in Venezia.

Essi sperano assai, ma molti sudditi ne temono, e alcuni ne fremono. Faccia il Cielo, perché nulla non è scieglibile.

Si vuol Souvorow a Sarzana risoluto di prender Genova.

L’Arciduca Carlo deve adesso operare nella Svizzera mentre le Piazze d’Italia sono acquistate.

Non si vedono Patriotti: Certo Colombari di Lonigo è venuto nelle nostre carceri: Si vuol Lonigo centro di comunicazioni.

 

9 [Agosto 1799]

Passano continuamente i Prigionieri di Alessandria e di Mantova, nei p.mi non  troppo favoriti nella Capitolazione si trova un Letimi di Rimini che va a Gratz, nei secondi che vanno a Clangerfurt vi è il Verlato che resta quì.

Si dice passato questa notte di quì l’Ab. Velo che da Milano passa prigione a Venezia: gran miseria!

Niente si sa delle Armate, solo  pare che verso Genova e in Svizzera debba succedere a momenti dei fatti decisivi. Si dice anche Roma in poter Austriaco detratto il Castel Sant’Angelo.

Tali avvenimenti consolantissimi dovrebbero consolare, ma l’idea formata del gran quadro fa tremare. Si vede i fatti, ma si scorge che le risorse di alcuni hanno più limiti degli altri.

 

10 [Agosto 1799]

I prigionieri Francesi spargono mille cose: dicono che i Francesi sono invitati, che tutto respira vendetta, che la Francia si leva in massa, riordina il suo Governo, e che ritorneranno infallantemente ai loro progetti. Noi non possiamo sperare che nella Provvidenza. Si dice che Souvorow abbia avuto un scacco, ma che i Tedeschi sopraggiunti han cangiate le cose; io credo che l’affare sarà stato viceversa. Souvorow è grande; i suoi soldati velocissimi: Quando fanno la guerra, fanno la guerra. I troppi ritardi, le indolenze, i risparmj insanguinano l’Europa da 7. anni.

Il vero però è che le coalizzazioni non andranno mai bene. Un sovrano dovrebbe far la guerra da se, se può o lasciarla. Troppi malintesi, troppe pretese, troppe gelosìe rovinano l’essenziale degli affari.

 

11 [Agosto 1799]

Più che le armate si allontanano, meno si sa le notizie, e per lo più se ne inventano molte.

Le cose piuttosto sono immobili: Pare che la Francia si eletrizzi, il darci tempo è fatale. Joubert ora è Generalissimo in Italia.

Domani passerà 1300. prigionieri Francesi.

I nostri Patrioti stan zitti, ma sperano fino che hanno fiato, qualche volta più per vendetta, che per opinione.

 

13 [Agosto 1799]

Giunge nuova che gli Austriaci han preso la Bocchetta, e che Tortona è agli estremi.

A Valdagno sulla notizia della resa di Mantova si ha calcolato che vi fosse in Paese 7. Giacobini: suonarono dunque 5 agonie, e poi il transito della Republica Cisalpina, poi diedero le dimostrazioni che poterono.

Gran Patriotti a Mantova: se ne dice 400. nelle carceri: tutte le galanti democratiche, pochissimi nobili, ma molto del resto, annessi gran forestieri.

Niuna allegria in essa, anche per i danni, e per il carattere di quei abitanti.

Arrivano quì 60. mille fiorini in tanti soldoni in 44. Barilli, un carretto per ognuno. Viaggio speculativo Tedesco per caricar sempre più le popolazioni per poco ingegno.

Si parla di una contribuzione straordinaria di 5. millioni per la guerra. Stile odierno.

 

19 [Agosto 1799]

Dopo una stalia [pausa] di varj giorni arriva la notizia strepitosa che a Novi Kray e Melas han riportato una gran vittoria, restando morto Joubert Generale in capite Francese, ferito un Moreau e prigionieri 4. altri Generali, e 5000. prigionieri.

Souvorow scrive in questi termini al General dei Cosacchi Staremberg: Caro Matteo, fin’ora i vostri Cosacchi son stati più ladri che soldati: fate d’ora innanzi che divenghino soldati, altrimenti la testa di Vostra Eccellenza me ne renderà conto.

Vien sparso che Sieyes sia fatto Dittatore a Parigi.

Si ha voluto presa con battaglia, poi senza battaglia la Bocchetta, ma non si verifica.

Abbiamo in Vicenza i segnalati Massari di Ferrara, e il Professor Stratico.

 

31 [Agosto 1799]

Dopo la gran battaglia di Novi nulla si sà dei progressi Austriaci nel Genovesato.

I Giacobini Milanesi vedendo i Francesi a venir nel Valese di concerto con Joubert subito speranzarono, e diedero a che dire.

Della Svizzera molte sono le voci di vittorie dell’Arciduca, ma nulla di Offiziale.

Nemmen di Roma niente si verifica.

Passa per quì un quantità di prigionieri Francesi.

 

 

_________________________________________________

3 [Settembre 1799]

Il Conte Gasparo Lazise portò il decreto di Vienna del trionfante repristinamento dei Gesuiti: Lo lesse al Caffè pubblicamente, ma non volle darne copia per il segreto dato. Si sospetta perciò che non sia vero. Della Svizzera se ne dice  assai delle battaglie favorevoli all’Arciduca. ai 14. 17. scorso, poi si tiene che non sia vero, e che sieno tutti alle primarie posizioni. Tempo di guerra tempo di bugie. Souvorow unitam.e ai Tedeschi diedero la gran battaglia di Novi ai 15. del passato. Le cose si sono di poi rese tenebrose e immobili. Il Quartier Generale ch’era più avanzato se ne ritornò a Asti. Bellegarde politico Generale si dice che mancò all’ordine datogli di attaccare, e lo fece 4. ore dopo, e con ciò cagionò la gran perdita di gente che fecero i Tedeschi. Souvorow irritato voleva mandarlo incatenato a Vienna, si vuole però che vi sia andato a giustificarsi, altri come destro a trattar di cose importanti, altri che vadi nella Svizzera a rimpiazzar Hotze, altri vogliono gran dissenzioni fra i Generali Souvorow, Melas, e Chatler.

Ancona viene assediata da La-Hoz Generale Francese apostata [egli nel 1796 capeggiava la colonna cispadano-francese che nel 1796 entrò per prima a Vicenza], dai Turchi, Russi, Tedeschi, Inglesi, insorgenti del paese, Napolitani; e in tal Babilonia non cade nulla.

 

20 [Settembre 1799]

Si verificò falso il Decreto dei Gesuiti, ad onta del nome che si ha osato di mettere.

Dopo la battaglia di Novi niente è succeduto di rimarcabile, detratta la resa di Tortona; par poi che non si pensi a Genova: cosa curiosa.

Varie vicende si dice successe nella Svizzera, ma i Tedeschi sono nelle loro prime posizioni.

Sembra che i Francesi si concentrino al Reno: però l’Arciduca Carlo inopinatamente vi è passato e i Russi lo rimpiazzeranno nella Svizzera; si vuol tal sorprendente affare cagionato dai contrasti gelosi dei Generali.

Infine tutto è immenso, e indecifrabile: il Cielo provvederà.

Roma, Ancona sono dei Francesi. Gran orrori di partito, a Sinigaglia, Fano, e Napoli.

I Democratici si rallegrano e abbattono a ogni tratto.

Il nostro Governo è confuso e provvisorio: Tutta la speranza di questo secolo riposa nel futuro che mai arriva.

Si dice morto il Papa: ciò colma d’obbrobrio una Nazione resa inumana.

 

24 [Settembre 1799]

Magnifica Accademia in Teatro Olimpico in onore delle armi Austriache, che poco si nominarono, bensì piena di spirito di partito, un po estemporaneamente nei tempi che corrono. I Poeti che si distinsero furono Rinaldo, Lorenzo, Giacomo Tornieri, Duso, Berlendis, Grandis, e Gaetano Ghellini. Furono in 20. Poeti: molto si disse di Democrazia e di Giacobini: tutto il teatro n’esultò, ma non mi parve cosa da permettere.

Si dice deposti Melas e Bellegarde, e mandati Governatori il P.mo a Venezia, l’altro in Toscana.  Delle armate nulla si sa. Souvorow ha preso congedo dall’armata d’Italia li 8. corrente. Egli va in Svizzera dopo tanta inazione dell’Arciduca.

Non si sà comprendere un tal ragiro. Solo si vede che si taglia il corso alle fortune d’Italia, che Genova si prenderà dopo l’invernata, e che l’impresa della Svizzera fa spavento.

La pace, e il nostro destino sono coperti da un velo impenetrabile. Sempre succede degli eventi, che rovesciano tutte le congetture.

Si parla dello sbarco degl’Inglesi in Olanda. Il nostro Governo è puramente diretto dai Veneti i quali sudditano con ciò con qualche misera compiacenza. Ma chi non è stato bravo padrone, non può divenir bravo servitore.

Genova e l’Italia meridionale son sempre per evacuarsi dai Francesi, ma ancora si sospira.

Si conta una rivoluzione nata a Torino, e che vi sieno 1000. arrestati, ma non vi sono posteriori dettagli. Il serpente alza la fronte, e non v’è la prudenza che richiedesi a tante astuzie.

Invece di frastornar la società con tanti odj frivoli converrebbe assicurarsi dei più pertinaci perturbatori. Si dice che ciò sarà in seguito, ma non vi sarà più tempo: la politica sarebbe di levarne le radici, che poi il buon sistema, l’amor dei sudditi, e la forza basterebbero a sopire la debolezza.

 

30 [Settembre 1799]

L’altro giorno si portò una superbissima bandiera Cisalpina, che si dice presa a una porta di Genova.

Si parla della presa d’assalto Fortezza di Manheim, e di quella di Souvorow  di S. Gottardo.

Pare che le cose camminino con oscurità, ma bene. I carriaggi Russi passano in Tirolo per andar in Svizzera: ancor ciò è osservabile.

Si dice che Thougut non voglia sentir a parlar di Pace, a ciò persuaso dagl’Inglesi: si dice però che abbia ricusati i sussidj da essi sostenendo che le rissorse Austriache son grandi, e che potrà far la Guerra e la pace senza riguardi. La Russia li ha accettati, e gl’Inglesi sui loro Giornali non parlano che delle vittorie Russe, e mai Austriache. Ecco il tarlo delle coalizioni. La Francia è sempre unita, gli altri per natura e per arte si dividono ad ogni momento. Poveri noi!

Si sparge anche la sorprendente notizia della pace separata dell’Inghilterra colla Francia. In questo secolo tutto è possibile. I soli minchioni son rovinati. Noi siamo quì attendendo nuove, consumando le nostre sostanze visibilmente, e tremiamo assai quando regna il silenzio, mentre [esso è] sempre fatale. I geniali di tutte le opinioni fanno qualche tregua di discorsi, mentre alla lunga con tanti pesi tutto stanca;  con tutto ciò il Cisotti alla Pulizia si lagnò delle poetiche composizioni Olimpiche, ad onta del suo preciso sistema di toleranza e dolcezza universale: ciò però è prudente, ma non si fà così colle altrui imprudenze. Questo affare irritò quelli che se la presero, e gli assennati che veggono un poco più in là. Ma tutto è tranquillo, e le nostre botteghe, Teatri, e conversazioni sono uniche nella misera Italia che si distinguino per il brio. Il resto va come a Dio piace in tutti i generi.

 

 

 

 

____________________________________________________________________________________

23 [Ottobre 1799]

In mezzo alla conquista di Manheim, e i progressi della Svizzera dei Russi, si sente che in quest’ultimo essenzialissimo punto le cose si sieno sinistramente cangiate, ma tale è la confusione delle riferte, che con massima pena si scorge il vero.

I Francesi si sono avviati verso Piacenza, ma hanno ritrocessi. Si vollero fugiaschi. Cuneo è guardato, ma Genova non cede. Il nemico frattanto si rinforza, e noi perdiamo della gran gente, e non ne arriva di nuova. I Russi si battono da demoni, ma mostrano di calcolar i Francesi come Turchi, e non vorrei alla perfine che si accorgessero del gran divario. La Provvidenza voglia continuar i suoi prodigi, mentre senza la sua forza le cose potrebbero vacillare. Non c’è che  li avvantaggi di 7. mesi continui, che ci conforti, e le Piazze in poter Austriaco. Roma è liberata. Non resta che Ancona.

Passa delle reclute. Si dice giunti 40. mille Russi in Moravia: Giungono sempre dei gran prigionieri Francesi. Infine siamo in alto mare, ora si va a piene vele, ora il vento fa temer la burrasca. La Prussia non si coalizza: la pace par lontana. Non si sa nulla della Francia, dei suoi mezzi, e dei suoi ragiri.

A Venezia si farà il mortorio papale, ma non si sà dove sarà stabilita l’elezione del nuovo Papa. Tutto è in calma, ma gran confusione in ogni cosa. Il mondo è un enigma sempreppiù inesplicabile.

 

31 [Ottobre 1799]

Finalmente si verificano le cattive nuove della Svizzera. I Russi ignari sorpresi, e quasi traditi si perdettero. I fogli inceppano e parlano come gli antichi Oracoli per adombrarci le nuove che ci riescono spiacevoli: ma nonostante l’affare va male, e le lettere private anche non dominate da spirito di partito lo confessano. I Russi non parevano adattati a tal uopo, e la situazione nella Svizzera era un affar importante tantoppiù che i Francesi vi ha sempre posto in uso la loro arte, e la loro forza. Cuneo non cede, ma pare che s’incammini alla resa. Speriamo bene, ma la lotta è immensa e io credo che si tremerà sino alla Pace.

La malattia negli animali bovini infierisce: non v’è casse, né risorse nel Governo, e siamo in tutti i sensi in mano alla Provvidenza: l’annata fu piovosa e scarsa, e li pesi della Guerra si fanno sempreppiù sentire nelle proprietà, e nell’animo.

 

 

 

 

 

________________________________________________________________

2  [Novembre 1799]

I tempi frastornano le villeggiature, e il buon umore va a perdersi nelle rovine universali.

 

18  [Novembre 1799]

Gran confusione di nuove. Ora pare che i Tedeschi vincano nella Svizzera, ora precipizi, per cui si teme che i Francesi ci discendano per il Tirolo.

L’Italia pare ad ogni momento liberata, poi si da una nuova battaglia a Novi, vinta per altro; ma Cuneo, Genova, Ancona sono ancora dei Francesi. Per quì passa quantità di truppe, e a marcie sforzate. Il mistero è grande, speriamo nel Cielo. Si dice molto Souvorow.

 

30  Novembre 1799

Gran prò e contro sulla Svizzera, e  gran silenzio mortale delle nuove Uffiziali.

L’epizoozia infierisce, e non v’è un soldo in cassa per rimediarvi.

Gran Truppa Tedesca che giunge, e le carrette necessarie (ma mal distribuito il peso) fa delirar chi osserva tolta dalla radice tutte le speranze.

 

 

 

______________________________________

2 [dicembre 1799]

La Svizzera non si sa chi l’abbia, ora i Tedeschi si sono ritirati nei Grigioni, ora progrediscono, ma il tutto è oscuro e misterioso.

Si dice a Parigi gran rivoluzione successa al comparirvi di Bonaparte che arriva sorprendentemente dall’Egitto, e ch’esso con Sieyes manipolano soli chi sa qual evento.

Lettere di Augusta scrivono che passa per colà in 8. giorni tutta l’armata Russa che ritorna a casa.

Ancor questo è un enigma che dovrebbe spiegarsi in favore di una Pace generale.  Si è sbalorditi, e nulla si sà, né si può sapere in una tale immensità di cose.

 

31 [dicembre 1799]

Ai 4. del corrente si è reso Cuneo, si vuol che lo sia anco Ancona, ma pare che Genova farà sospirare attesa la stagione che s’inoltra.

Si parla d’Armistizio tanto sul Reno quanto in Italia; la natura lo esige nella Svizzera.

Pare che si accomodi coi Russi; nissun comprende un tal fenomeno. Si dice che si ritirino in Baviera per esser pronti in Primavera al Reno. Si vuole che i Francesi destramente non abbiano voluto cedere Ancona che agli Austriaci, e che Paolo I vedendo ciò accettato richiamò le sue truppe. Poveri coalizzati! Sono passati di quì due molestissimi convogli Russi. Oggi s’attende la guarnigione di Cuneo di 2500. soldati scortati da 900. Tedeschi. vengono questi per una sola notte alloggiati fuor delle Porte, cosa che cagiona gran sussurro in Territorio per il doppio danno.

Il male dei bovini va cessando: si dice morti da 600. Bovi oltre due malghe.

Gran sussurri e cattivi riparti di carrette, alloggi.

Non si vede che carta monetata calantissima, doppi campatici, pesi continui, confusion di Governo, e mille malanni. Ma si termina l’anno coll’aver distrutta la Cisalpina, e col veder il viso lungo a tutti i Giacobini. Faccia il Cielo che l’anno venturo cessino e la Guerra, e le disgrazie universali.  

 

HOME