segue il  Giornale di Ottavia Negri Velo

 

Trascrizione di Mirto Sardo  

[con aggiunta delle date esatte tra parentesi quadre]

 

[segue 1809]

 

P.mo [giugno 1809]

Rua scarsa di gente, pallio miserabile, e 20 legni in Campo Marzo. Si prepara dagl’impiegati un pranzo di 60 coperte alla Rotonda, e una cantata per le vittorie ai 11 del corrente.

 

2 [giugno 1809]

È giunto in San Biaggio il padre Freschi Rusto col suo converso.

Gran astio e inquietudini. Gli arresti delle commissioni furono negli altri paesi trattati più blandamente.

 

3 [giugno 1809]

È arrivato da due giorni il vice prefetto di Bassano, e oggi si sente che da Premolano è venuto in quel paese 500 uomini dal Tirolo con uno spavento indicibile, posero un cannone sul ponte, e uno in piazza, colla gente schierata in essa, presero in ostaggio Remondini, vollero 100 mille lire, sussistenze, 10 legni con cavalli, e presero panno ed altro nelle botteghe, giunsero alle 4 del mattino, e partirono alle 10. Qui tutto era in moto per la fuga di quella Municipalità da noi, e le guardie civiche, i giandarmi, e pochi zoppi Francesi partirono a quella volta, questi ultimi ebbero la prudenza di fermarsi al Gazo [=Gazzo, località tra Vicenza e Padova]. Qui sembrava rinnovata la guerra della Secchia rapita. Ma questo affare inquieta mentre non vi è Francesi in alcun luogo, e si teme delle pericolose irruzioni di pochi sì ma disperati uomini.

Di Germania dopo i 12 non si sa precisamente nulla. Gran silenzio!

Domani partiranno 1000 Tedeschi prigionieri per qui ne saranno passati almeno 5000, e si si affretta di allontanarli, accompagnati dai nostri civici capitani.

Magenta andrà domani a Bassano.

Si dice che a Verona, e a Milano si temono le irruzioni del Tirolo. Conviene che i Francesi sappiano che la cosa non è grande perché non vi è movimento per cercar di respingerli, ma i paesi soggetti a tal circostanza tremano.

Schio trema perché 20 giorni fa vi furono 20 Tirolesi armati per cercar sussistenze. I Schiotti gliene diedero, e li persuasero di deponer le armi, poi traditoriamente gliele presero. Questi al partire dissero cento cose per cui i Schiotti gliele mandarono a restituire, ma i Tirolesi le ricusarono dicendo verremo a prenderle in persona.

 

4 [giugno 1809]

A Bassano tutto è acquietato. Si dice che Magenta si è fermato a Cittadella.

A Schio vi è sommi timori in Asiago vi son giunti i Ciceri, altri dicono truppa regimentata, ed esigge molto. Qui si è ricercato tutti i fucili di munizioni, ma lo spoglio delle armi rende difficile di più trovarne. Pietro Bissari è venuto da Verona con 4 cannoni, un colonello e alcuni cannonieri. Preghiamo il Cielo che simili misure non sieno peggiori del pericolo, e che ci tenghi lontano i soli briganti.

Si dice bloccato Trieste dagl’Inglesi. Si suppone che i Prussi vaccillino nella lor neutralità. Qui si tace e niente si sa.

 

5 [giugno 1809]

Non si sente niente di Schio ma si teme. Bellotto è stato posto in San Biaggio.

Si vocifera una gran vittoria dei Francesi in Moravia.

Dai 12 non è mai venuto lettere di Germania.

 

6 [giugno 1809]

Il conte Giovanni Giorgio Trissino a Milano ha ritrovato M.r di Mejan all’armata, e il signor Guicciardi a Parigi.

Qui si dice di aver sentito il cannone, e si dice i Tirolesi in domani a Verona, anche a Bassano la cosa non è finita. Magenta è a Cittadella e che colà attende il prefetto di Treviso, di Padova ec. per stabilire il modo di diffesa.

Non si sente nuove di Germania.

Si dice che il pranzo la cantata e il ballo ec. che gl’impiegati facevano per esultanza alle vittorie del sovrano agli 11 del corrente, saranno sospese sennon giugne Magenta. Non si parla della liberazione degli arrestati.

 

7 [giugno 1809]

È ritornato Magenta da Cittadella. Vien sospeso le feste degl’impiegati per un altra domenica.

Si sente il cannone. Sono ordinate le masse nelle ville adattate, ciò fa temer tutti.

Il giornale dice un gran fatto ai 20, e uno ai 26 in Germania vi è onde riflettere, ma non si discorre.

Noi siamo in braccio alla Divina Providenza in tutti i raporti e ciò solo ci conforta.

 

8 [giugno 1809]

Il commissario Scopoli che va verso Udine, Madame Grenier che andava in Germania e si ferma a Vicenza, i discorsi di 40 mille Tedeschi pronti a discender dal Tirolo fecero far mille congetture. Ma sulla sera si seppe che il foglio 56 trattenuto al pubblico viene risarcito dal foglio 57, che Scopoli denota qualche cosa, mentre come commissario ordinatore avea lasciato l’armata quand’era entrata nel territorio nemico, la generala Grenier si è fermata per un cavallo amalato, e [disse che] i 40 mille Tedeschi sono pochi briganti che verranno respinti dalle nostre masse.

Questa misura delle masse fa temer tutti, e pare proibita dallo stesso vice re, ma la mancanza di Francesi fa supporre al governo la necessità. In Velo sono 35 uomini. I Sette Comuni rimandarono con ringraziamenti queste masse.

In maggio non si vide affisso il pagamento del prediale. Queste povere provincie meriterebbero una continuazione, perché i danni sono stati sommi, e le tempeste ancora coronarono il danno dove non vi furono le armate.

Il viglietto di consegna degli arrestati non dice più nella carcere di San Biaggio, ma nel convento di San Biaggio questo è l’unico cangiamento in tal proposito.

Noi viviamo angustiosamente, il più alto silenzio è la norma di tutti. Il solo giornale ci dice le nuove, e attendiamo il futuro destino della Germania, e il nostro Dio ci ajuti.

 

9 [giugno 1809]

È ritornato il conte Giovanni Giorgio [Trissino] da Milano non ha ottenuto niente e pare che dagli arrestati verrà posto supplica al prefetto per cangiamento di locale, cosa da lui esibita prima. Il Trissino dice che a Milano questo non è il momento per gli affari.

Si dice insurezione in Toscana e in Romagna, molti impiegati di colà arrivati a Mantova.

Qui le masse che fanno dolore.

Dai 24 in poi qui non si sa nulla di Germania. Qualche gran fatto deve decidere il destino dell’Austria. Qui gran silenzio, molte congetture.

Sono ordinati 25 cavalli alla posta.

Gran ansietà e curiosità.

 

10 [giugno 1809]

Gran ciarle tutto il popolo crede che ritornino i Tedeschi. Pare che i Francesi abbiano perduto molta gente, e Miollis, e il duca di Danzica vengono subito chiamati all’armata; i coscritti corrono di rinforzo. Ma le voci sono che ai 29 dello scorso i Francesi abbiano guadagnato una nuova battaglia, che i Russi sieno dichiarati per la Francia. Qui pare che il generale Chatler con tutti i Tedeschi sia passato in Carintia. Con tuttociò l’affare totale dell’Austria non sembra ancor finito. Pare che l’Ungheria gli resti fedele, che l’arciduca Carlo faccia dei sforzi inauditi, e che i Russi staranno con chi vince.

I nostri arrestati vengono molto visitati e regalati, ma non si dice nulla della loro liberazione. Le masse sussistono ma sembra tutto tranquillo.

Si parla d’una insurrezione in Moscovia, di Brescia, di Toscana, di Romagna, del Piemonte, ma non si sa nulla di certo.

 

11 [giugno 1809]

Si sente con sorpresa che alla regina d’Etruria venne stabilito il solo paese di Colorno per sua dimora, con 2 millioni di quelle lire, ch’essa era partita da Parigi colla sua famiglia quando scoppiò la guerra, e ch’essa si è trattenuta a Nizza dov’è attualmente. Tutto era allestito a Colorno per riceverla, ed era un bel provedimento per quel paese.

Si vocifera un decreto di render primate di Roma il Sommo Pontefice, e annesso tutto lo Stato Temporale all’impero francese. Terni ed altro supplica per venir incorporati al regno d’Italia.

Si sparge i Tedeschi a Trento e quegl’impiegati fugiti.

Si dice Chatler vicino a Udine.

Nulla si traspira di Germania, non si dice gran vittorie. Ma non si vede neppure gli effetti all’opposto. Questo stato di cose fa fare le più esaggerate congetture a perfetta vicenda.

Il prediale non è stato per noi che differito.

Si dice uno sbarco d’Inglesi fra Ancona e Rimini, colà è volato con poca truppa Miollis, quantunque richiamato alla grand’armata. Vengono per truppe. I coscritti del 10, 11.

Una quantità di famiglie mantovane sono andate a Milano per timor d’assedi. Ma colà non vi è truppa, e non si fa che i soliti lavori.

 

12 [giugno 1809]

Gran allarme a Schio per la discesa dei Tedeschi o briganti, molti fuggono con panni e altro. Il Segrettario Dalla Vecchia è andato e ritornato. Fu una casa con fuoco e una campana da bestiame che illuse, ma la costernazione degli animi è somma. Si pretende che vi sia il famoso Garbin, alla testa di essi.

Oggi gran cannonamento e non si comprende nulla.

Di Germania non si parla, pare che in questa settimana tutto sia a favore dei Tedeschi. Certo è gran silenzio, gran sospensione, e gran ceffi.

 

13 [giugno 1809]

Saranno passati in questi giorni 15 cannoni per la Piave.

Si trema, e si scherza della nostra civica armata a Bassano, Thiene, e Schio, unicamente armata per i briganti, e sciolta se trova truppa regimentata da combattere.

L’armata del giovine Stecchini a Bassano è di 17 soldati al centro, 4 sull’ala sinistra e 2 alla destra, pochi giandarmi, e pochi Francesi, ma questi stan sempre di dietro.

L’armata di  Giovanni Pedrazza di Thiene è tutta composta d’uffizialità e soldati semplici solo 3 con pochi giandarmi, e Francesi questa al sentire una sinfonia degli armati nemici pose il canochiale rilevò divise e Pedrazza rivolto ai Francesi disse: osservino, e vadino avanti loro, se vogliono, mentre la mia missione non è che per i briganti, si ritirarono adunque lasciando un piccolo cordone, che con due fucilate nemiche si ritirò ancor esso.

A Schio 4 generali Schiotti diversi d’opinione si schiaffeggiarono, ma prima ordinato un buon pranzo l’oste sul più bello s’immaginò una burla per provare il loro coragio, fece che un villico si bagnasse la testa fingendo sudore e correndo a notiziarli della venuta dell’inimico, i poveri generali disarmati e a pranzo si ritirarono a precipizio. Si pretende che il giovine Rambaldi, figlio del famoso ingenere abbia con falso alarme dettato dalla sua paura spaventato il paese di Schio e però è arrestato si disse che già fosse a letto per aversi fatto male a una gamba in ritirata.

Ad onta di ciò quei paesi vivono in costernazione. Oggi corrono molte voci; si dice che a Treviso vi sia un manifesto: che non si sorprendiamo se vedremo 12 mille Francesi che passeranno ad altra destinazione. Sono vari giorni che non si penetra nulla al di là della Piave. Si vocifera Scachi in Germania. Chatler che abbia battuto Rusca che si è ritirato da Trieste. Ma ciò con gran cautele e senza fondamento.

La generala Grenier parte domani per Treviso questo fa vedere che non si sa nulla.

Si dice uno sbarco d’Inglesi in Romagna, e bombardato Pesaro. Dio ci ajuti in ogni evvento.

 

14 [giugno 1809]

Fuggono molti da Bassano chi dice per i briganti, chi per i Tedeschi.

Si vocifera che la divisione di Dalmazia del duca di Ragusi s’incammini da noi per protegger l’Italia.

Si dice che le giornate 31 e 1 sieno state forti in Germania ma non si parla.

Qui gran questioni fra il prefetto e il Segrettario per la solennità delle vittorie per domenica, e si dice che il segretario le creda necessarie per le ciarle.

I nostri arrestati riescono di passeggiar nel convento, e nei broli, e il prefetto ha fatto un ottimo rescritto per essi a Milano a tal effetto.

Si vive nella massima ansietà di tutto confidando nella Provvidenza.

 

15 [giugno 1809]

Passano molti corrieri, e niente si rilleva. Pare che i Francesi abbiano avuto un scacco in Moravia e si sieno ritirati per 200 miglia, ma niente si conosce i posteriori avvenimenti. Se l’Austria è sola non v’è che la Providenza che possa salvarla.

Qui in Italia tutto è in silenzio, niente si sa al di là della Piave, par che Marmon si avvanzi, e si dicono ordinate le razioni.

Gl’insorgenti o sono pochi e si dileguano, o si rinforzano, alcuni pretendono un cordone da Belluno a Como per operar al caso.

Il padre Freschi è passato in arresto ai Rifformati, Chioda ai Scalzi, un francescano a San Giuliano. Questi traslocamenti fanno sperare per essi.

16 [giugno 1809]

 

Noi spaziamo per le visioni e le ciarle, e le gazzette pongono i Francesi nelle medesime posizioni in Moravia. Verso sera in piena bottega un forestiere disse ad alta voce i Tedeschi sono entrati a Belluno, ed hanno creato presidente il comendator Miani, e quel prefetto è fuggito a Feltre.

A Bassano molto spavento per gl’insorgenti.

Qui una calma somma né s’imagina neppure all’apparenza niun evvento.

Son corsi gl’inviti all’Accademia Filarmonica letteraria per festeggiare l’ingresso in Vienna e le portentose vittorie, (come si esprime) di Sua Maestà imperatore, e vice re.

Pare che la venuta del duca di Ragusi con 6 mille uomini sia stata una diceria di più, come il passaggio d’una carrozza scortata da 60 Ussari, ed una gran cassa, e i 20 cannoni retrocessi da San Pier Engù a Verona tutto di notte. Il tempo deluciderà le cose e forse fra non molto.

 

17 [giugno 1809]

Si racconta mille cose, ma non si verifica nulla, solo regna il più alto silenzio. Ma questi giorni sono decisivi, e a momenti sentiremo qualche strepitosa nuova. Si sente che la nostra armata civica si sia ritirata a Thiene pare che dal Casotto si avanzi, non si sa che gente se Tedeschi, Maoni, Ciceri o briganti. La calma che dimostra il governo denota poco numero. Ma quei paesi sono costernatissimi. I Francesi son tutti alla grand’armata, e al colpo decisivo, e qui o non v’è cosa di rilievo o viene abbandonata. Sussiste che i Tedeschi sieno a Belluno, ma non si sa altro. Bassano trema, Schio domanda soldati, e Vicenza sbalordita stà ansiosa di notizie, vede le sue finanze, e il suo territorio soggetto a dilapidamento, e non spera che nella Provvidenza.

Si prepara macchina, pranzo, accademia, ballo, e questi energici stessi paventano.

 

18 [giugno 1809]

Finalmente gl’impiegati fecero in oggi la solennità delle vittorie, pranzo allo Scudo di Francia di 24, mentre dovevano esser in 70 dal conte Annibale Thiene se veniva non sospesa la domenica scorsa. Macchina con poca polvere, e non ben giocante in piazza. Illuminazione in teatro, e un’Accademia al casino di Grotto e la signora Canterella, poi varie pazzie in cui si udì l’ultima guerra dell’Austria in prosa del Dr. Beni. Si ballò, ma fra le parentelle, e aderenze degli arrestati, e il complotto per la genialità d’un casino di minor turba, si vide varie ballerine di meno. In tal giornata non si udì che la partecipazione del segrettario Dalla Vecchia del discacciamento dei Tedeschi da Belluno, e la certificazione che non v’erano che soli mille Tedeschi in Tirolo, e che a Thiene e a Schio fu un falso allarme.

Qui abbiamo a prender le acque, la generala Baraguaj d’Illiers ch’ebbe paura di andar a Valdagno per gl’insorgenti, e che dice di non aver lettere di suo marito dai 19 di maggio.

Il decreto di Roma ora è pubblicato nel giornale, fatto ai 17.

Regna il più alto silenzio della Germania, e in Italia si dileguano ogni giorno le notizie del giorno innanzi.

 

19 [giugno 1809]

Domani parte per la grand’armata 300 di cavalleria giunti da Verona l’altro giorno.

A Thiene vi sono andati 60 Francesi. Non si parla d’insorgenti, ma quei paesi tremano.

Qui si legge il giornale, non si comprende nulla, solo si rileva un concentramento dell’armata francese e si giudica che un qualche fatto decifrerà qualche cosa.

Passano continui corrieri, m  a non dicono nulla.

Vien scritto da Milano che il vice re è in Ungheria.

Noi viviamo ansiosi, e paurosi nel vortice dei pensieri che naturalmente nascono da un affare da cui dipende tutto per noi, e di cui non confidiamo che nel Signore.

 

20 [giugno 1809]

In mezzo al silenzio, e alla universale inscienza, che non dinotava gli ordinari trionfi, giunse verso sera un legnetto fulminante con 4 cavalli, e il giovine Crotta andò a interrogarne i passaggeri; questi dicono di essere partiti da Germania ai 13, e che da varii combattimenti, si dice distrutta in tutti i punti l’armata austriaca.

Si dice vari arresti in Udine di consiglieri di prefettura, demanio, e confiscato un ex nobile Tartagna, ciò fa spezie, perché tradotti subito a Milano.

I nostri arrestati si amalano per il locale. Niente di nuovo per conto loro.

Si lavora in Mantova, Legnago, e al forte di Malghera.

Qui si vive con angustia e le dicerie farebbero impazzire.

 

21 [giugno 1809]

Oggi si è sentito un forte cannonamento, e non si sa capire nulla. Tutto va verso la grand’armata.

Si sente dei progressi del vice re in Ungheria, e i depositi ancora.

Il silenzio è sommo ma da un giorno all’altro si sentirà qualche sviluppo. Questa stalia fa viver male. Sono passati gli arrestati di Udine con un solo soldato.

 

22 [giugno 1809]

È passato il generale Desmars, e il generale Caffarelli ministro della guerra per Milano l’ultimo in piume.

In prefettura è giunta la notizia della ripresa di Vienna dagli Austriaci li 13 corrente.

Si sente il cannone fortemente, e si crede il Tirolo con molti Austriaci.

Dio ci ajuti colla sua Providenza.

 

23 [giugno 1809]

La nuova della ripresa di Vienna è incerta anzi si dice che M.r Vincent sia andato a Vienna per trattar la pace con Napoleone.

Il furor delle dicerie invade le teste le meglio organizzate, la lontananza, la stalia delle cose ne sono il motivo.

Ora ci pare di veder a discendere da tutti i monti della truppa, ora si suppone armate in conflitto dall’Isonzo alla Piave, poi non si vede nulla, e non si sa nulla.

La nostra truppa civica e la giandarmeria è tutta occupata per degl’insorgenti ai monti che parerebbero aeree sennon si fossero veduti ai 3 del corrente a Bassano.

Il certo è che i giornali non presentano che mille ghiribizzi militari, e che sembrano appostate delle persone per disseminare certe cose per confonder le idee.

Dio deciderà l’affare, mentre umanamente non si sa cosa congetturare.

I nostri arrestati son quasi tutti amalati, e si teme un locale infetto per essere stato fondaco di letamai. Anche in questo si trova una tema interminabile di compassione, e di dialogo.

Si pensa alle ipoteche per i livelli che forma un imbroglio riflessibile.

Non vi è danaro, non si riscuote, i generi sono a vil prezzo, e il mondo camina per le leggi invariabili della natura.

 

24 [giugno 1809]

Nicolò  Bissari [non ha nulla a che vedere con i fratelli Bissari giacobini, né con la famiglia di Leonardo, il municipalista, già morto] per  motivo di salute è passato in arresto in sua casa.

Passano dei generali e qualche uffizialità silenziosamente a Milano.

Si sente il cannone.

Si dice distrutta l’armata dell’arciduca Giovanni dal vice re in Ungheria.

Si fa dei gran discorsi, e si mantiene la voce che vi sia della gente in Tirolo vicina a discendere. Gran angustie e dubbiezze.

 

25 [giugno 1809]

Oggi si dice pace pace e che il Danubio dividerà la casa di Lorena dalla Francia.

Il commissario ordinatore Scopoli è passato questa mattina ordinando che venissero venduti i pochi magazzini francesi.

Questa notte scorsa son passati 7 corrieri e alcuni uffiziali di rango dicendo solo, che andavano a Parigi da questa parte.

Si dice 8 mille poi 900 Russi a Padova.

Niente si sa, niente si traspira, e mai più si è veduta tanta sospensione.

 

27 [giugno 1809]

Saran passati 17 corrieri si dice chiuse le altre comunicazioni.

A Piovene si batté la generala dai Francesi e si credé i briganti, ma fu un falso allarme.

I Russi a Padova son chimerici.

Gran dubbiezza di cose, veramente mai più tanta indecisione.

 

28 [giugno 1809]

Le dicerie sono immense, dai giornali i Francesi sbaragliano dapertutto, solo il Danubio sembra poner i più veraci ostacoli, ma fatti i ponti si sentirà la decisione.

Gran stafette chi le vuole dirette a Parigi, altri pretendono che quelle che vanno a Udine ritornino per mancanza di comunicazione. A sentir i fogli francesi tutto è quasi finito, a sentir quelli di Roveredo, Francfort ec. tutto è polverizzato fra tante bugie converrà attenersi a quel che si vedrà.

Baraguay d’Illiers scrive a sua moglie la gran fame che soffre l’armata nel cuor dell’Ungheria, convien far delle scaramuccie per vivere, e il giorno che la scaramuccia va male non si mangia.

 

29 [giugno 1809]

Vi è dei ladri e assalitori notturni per cui la sera è scabrosa ai cittadini. Io calcolo un miracolo tutto quello che non succede. Niente si sa ma si mantengono le più forti dicerie.

I nostri arrestati di San Biaggio passeranno al Palazzo Marchesini a San Michele. Banca in sua casa a motivo di salute. Dei 4 Predicatori non si vede cangiamenti.

A Venezia tutto è tranquillo e silenzioso. A Padova non vi sono soldati di alcun colore.

Non si parla d’insorgenti, ma esistono.

Si sente il cannone.

Oggi 40 frugoni vuoti sono andati alla grand armata, ciò fa discorrere.

 

30 [giugno 1809]

Ai Cantoni v’è il proclama della prefettura che ingiunge ai cittadini di armarsi tutti alla propria diffesa e al zelo per il sovrano. Tutte le sere si sente qualche persona assalita da uno o due che gridano fame.

Dio proveda a tutto. I bisogni sono grandi non v’è man d’opera, non v’è comercio, non v’è numerario. I monti si dicono pieni d’insorgenti, la stalia delle nuove fa far delle congetture. I fogli francesi, e quei Tedeschi vantano a vantaggio proprio le vittorie le più esaggerate. Quando di decifrerà mai la verità delle cose con benedizione del Cielo!

Il padre Chiodo è stato liberato. Tornieri, Trissino, Antonelli, passati al Palazzo Marchesini, il conte Banca quando sarà asportabile in sua casa.

 

 

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