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Testa Francesco.
Avvocato, non nobile, ma molto ricco.
A Padova, in seminario ove studiava fu cacciato varie volte per indisciplina, ma fu sempre ripreso. Non aveva bisogno di esercitare la professione. Frequentava tutti i migliori ambienti di Vicenza. Fu Municipalista. Giacobino moderato, ma ardente, fu coerente anche nei tempi difficili. Propose un piano per l'abolizione dei fidecommissi che peṛ non fu accolto dalle autorità e se ne usć in pasquinate contro il metodo approvato.
Mordace, sarcastico, scrisse molti epigrammi e sonetti. Come il seguente (in morte di Fedele Lampertico) che dà molto bene l'idea della sua personalità:
Giunto xe nell'inferno in carettina
Fedele dei Lampertici ladroni [zio del Fedele Lampertico che fu poi Sindaco]
incontrà dalla gente cittadina
dal Guzan, dal Pirani e dai Birboni [birboni per le fortune recenti di ignota e dubbia provenienza ]
Stuṕ Fedel vedendo la meschina
orda di que' dannati e de' Demoni
avendogli la gente Filippina [I religiosi della chiesa di S.Filippo, in Corso]
promesso il Ciel per mille ducatoni. [lasciati nel testamento]
Volea tornar, ma Sattana lo cala
in mezzo a un lago di metallo ardente
con cura che i cojon stassero a gala
Volendo per corruccio dell'avaro
dovessero I Demoni eternamente
macarli colle borse del danaro.
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