5.
Ottavia Negri Velo
ed il suo "GIORNALE" (1797-1814)
Ricerca e trascrizione di MIRTO SARDO
Il vezzo
di tenere delle cronache non era per nulla raro presso la
nobiltà di allora.
La sconfinata cronaca degli Arnaldi-Tornieri,
nonno, padre e figlio ne è un esempio significativo.
Saremmo portati a considerare Ottavia come una persona disimpegnata, fatua.
Quale molla, quale susta - per usare una parola sua - la spinse a prendere la
penna? Possiamo solo immaginarlo.
Una mente sveglia ed informata come quella di Ottavia si rese ben presto conto
dell'eccezionalità degli avvenimenti che si svolgevano in quegli anni.
Quando constata che una sorte ignota s'avvicina e gli avvenimenti riescono
assolutamente straordinari, di portata storica, Ottavia capisce che varrebbe la
pena di annotarne gli sviluppi.
Nel 1796 moriva di cancro Elisabetta Caminer Turra - la letterata - come la chiamavano, e forse anche questo fatto stimolò Ottavia ad annotare una memoria storica.
Elisabetta Caminer Turra |
Ottavia inizia la stesura del Giornale
quando
la guerra-lampo inaugurata da Bonaparte, nella primavera del 1797, ha già
portato l'Armata francese alle porte del Territorio Vicentino.
Territorio
suddito di Venezia fin dal 1404.
Fu
proprio in quell'anno, infatti che Vicenza si donò a Venezia. Tale
sudditanza consisteva in una obbedienza alla Serenissima che incontestabilmente
imponeva la suprema giurisdizione Civile e Militare mediante le due magistrature
del Podestà e Capitanio (che spesso erano ricoperte dalla stessa persona,
ovviamente un Patrizio Veneto).
Ferma quindi restando la competenza di Venezia per l'esazione delle imposte, il
batter moneta, l'esercito, il potere giudiziario per il civile e il penale di
maggior gravità, per il resto v'era una autonomia locale abbastanza larga
regolata dagli statuti comunali nell'ordinaria amministrazione (riservata
comunque alla nobiltà), come del resto s'era fatto ancor prima del 1404.
Statuti e consuetudini che Venezia stessa aveva già a quella data recepito.
Venezia si poneva tra il potere locale
dei nobili ed il popolo.
Purtroppo
alla fine del sec. XVIII, le vedute del Governo veneziano di fronte agli
avvenimenti di Francia e d'Europa furono talmente miopi che essi lo colsero, in
politica estera, totalmente impreparato.
Le
donne della Rivoluzione in marcia per Versailles in una stampa dell'epoca
Ora (ben otto anni dopo la presa della Bastiglia) all'appressarsi del pericolo francese si dovette per forza aprire gli occhi dolorosamente stupiti. Anche Vicenza, trepidante, osservava i progressi di Bonaparte.
Nel
precipitare di questi avvenimenti cittadini si faranno poi notare i
fratelli Bissari, di cui il più intraprendente, Enrico
vivrà poi in una contraddizione aspramente a lui rimproverata dai suoi
stessi compagni di lotta, primo fa tutti l'eminente avvocato Francesco
Testa. Giovanni Scola,
Leonardo Bissari, Brunoro
Muzani, Giacomo Breganze,
l'abate Velo, G. Maria Negri, Don
Lorenzoni, per citarne soltanto alcuni dei più ideologicamente impegnati, sono
altrettanti nomi che troveremo assieme a molti altri puntualmente riportati nel
Giornale.
O non piuttosto, che appunto per la soppressione di questa,
ci si ritrovasse a parlar degli stessi argomenti in quella?
Eppoi non è da dimenticare che proprio la Caminer, molto "amica" del Fracanzani, nella villa di costui ad Orgiano - in luogo molto decentrato - aveva favorito, se non organizzato, le frequentazioni dei Liberi Muratori vicentini, padovani ed esteri.
Proprio con queste frequentazioni i futuri Municipalisti si erano preparati intellettualmente - senza saperlo - al cambiamento.
Ma
torniamo al fascicolo "Inquisitori di Stato".
Poiché nel dossier compare anche il nome di Ottavia dobbiamo chiarire subito che essa vi sarebbe stata citata soltanto come testimone e non come imputata. Dico sarebbe stata poiché non se ne fece più nulla. Ottavia non venne interrogata.
Gli avvenimenti non lo consentirono perché i francesi
avevano ormai occupato Vicenza, il Veneto, Venezia stessa. Il Lavagnolo,
capo della polizia veneta, non ebbe il tempo di effettuare tutti
gli interrogatori ed il fascicolo è rimasto incompiuto.[Il Lavagnolo - lo diciamo a titolo di curiosità - rimase nella
sua funzione anche in seguito, durante il Governo della Municipalità
democratica, come vedremo nel Giornale!]
È
un fascicolo che merita due parole alla pagina seguente.